La maggioranza dei miliardari del mondo si trova ancora negli Stati Uniti, ma, fra 145 nuovi super-ricchi 67 sono cinesi e solo 25 americani; in Europa i nuovi miliardari del 2016, invece, sono stati appena 3. E’ soltanto uno dei trend contenuti nell’ultimo rapporto sui miliardari mondiali curato da Ubs e PwC. Se si considera l’Asia nel suo complesso, il numero dei miliardari che hanno la residenza nel continente riesce a superare quello degli Usa.
Nel mondo i super-ricchi sono aumentati del 10% l’anno scorso, a quota 1.542, con una ricchezza globale passata da 5.100 a 6.000 miliardi di dollari. Tale crescita è stata più ampia di quella del Pil mondiale (salito solo del 5,8%) e risulta doppia rispetto all’avanzata dei mercati azionari, tracciata dall’indice delle Borse mondiali MSCI. Segno che gli investimenti dei miliardari sono stati fatti, mediamente, in settori vincenti nel 2016 come materie prime (il cui rialzo ha “aiutato i miliardari attivi nel settore minerario, dell’acciaio e del petrolio”), tecnologia e real estate.
La ricchezza dei paperoni è tale che, messa assieme, supera il Pil di qualunque Paese Ue; le loro società impiegano direttamente una massa di 27,7 milioni di persone: una cifra pari a quella di tutti i lavoratori del Regno Unito.
Anche se gli Stati Uniti restano il Paese con il maggior numero di miliardari e così come il primo per quota di ricchezza (2.800 miliardi su 6.000) il report sottolinea come in futuro i nuovi ricconi proverranno principalmente dall’Asia. Anche se il processo potrebbe non essere liscio:
“Il rapido sviluppo economico, l’incertezza politica, e i mercati azionari erratici forgiano in fretta le fortune, ma possono allo stesso modo disfarle”, ha dichiarato il report.