La più grande banca tedesca coinvolta nello scandalo Danske Bank. Parliamo di Deutsche Bank non menzionata direttamente dal whistleblower Howard Wilkinson tra il 2007 e il 2014 a capo della divisione trading della filiale di Tallin della banca danese, davanti al Parlamento di Copenhagen.
Una grande banca europea era la principale banca corrispondente per i dollari americani ed è stata l’ultima a cessare questa funzioni.
Così Wilkinson secondo cui più della metà dei 230 miliardi di dollari sospetti transitati dalla filiale estone di Danske Bank sono finiti nella filiale statunitense di una grande banca europea che nel 2015 ha smesso di svolgere il ruolo di banca corrispondente della Danske Bank per le transazioni in dollari negli Usa. Che la “banca europea” sia Deutsche è emerso dai documenti di Danske Bank e appartenenti a “persone vicine alla Deutsche Bank”, scrive il Financial Times. Wilkinson ha evitato di fare nomi per non incorrere in azioni legali. Nelle scorse settimane listituto tedesco è stato contattato dagli investigatori del Dipartimento della Giustizia Usa che indagano sullo scandalo della Danske Bank.
Nel mirino degli investigatori finiscono però altre banche come Bank of America e JP Morgan. Wilkinson ha dichiarato che JPMorgan Chase avrebbe interrotto le sue relazioni bancarie con Danske nel 2013 sulla base delle preoccupazioni relative al portafoglio non-residenti in Estonia; lo stesso ad essere poi finito al centro dello scandalo. Wilkinson ha fatto la sua prima apparizione pubblica davanti ai parlamentari danesi descrivendo anche il meccanismo di presunto riciclaggio dei rubli e rivelando anche di aver ricevuto dalla Danske Bank un’offerta di denaro in cambio del suo silenzio, circostanza questa però smentita dall’ad ad interim della banca danese, anch’egli ascoltato in Parlamento.