Mentre in Italia l’ ipotesi di revisione del catasto ha alimentato forti polemiche nel centro destra, oltreoceano politici esplorano le strade per recuperare miliardi di dollari di gettito, aumentando le tasse ai più ricchi.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, rilanciando alla Casa Bianca la sua agenda a favore della middle class, ha dichiarato che l’1% dei contribuenti americani, i più ricchi, evadono 160 miliardi di dollari di tasse ogni anno.
Per Biden, le grandi aziende hanno “perso il loro senso di responsabilità verso i loro lavoratori e le loro comunità , non pagando la loro giusta quota all’erario e godendo dei tagli fiscali di Donald Trump. “Ora è il momento che la working class abbia degli sgravi fiscali”, ha detto.
“Il 99 per cento dei lavoratori invece paga quello che è dovuto”, ha aggiunto Biden, ribadendo che renderà più’ forte l’agenzia tributaria (Irs) per poter svolgere controlli, individuare le evasioni e “far pagare ai più ricchi ciò che devono.
Ridurre tasse ai più ricchi non aiuta l’economia
A proposito degli effetti di una riduzione delle tasse ai più ricchi, uno studio della London School of Economics firmato da David Hope della London School of Economics e Julian Limberg del King’s College London, ha mostrato come negli ultimi 50 anni, analizzando 18 paesi Ocse, i tagli fiscali effettuati a favore delle categorie più agiate non abbiano portato né ad un aumento della competitività né a quella del Pil.
Tra i Paesi considerati c’è anche l’Italia, oltre a tutto il G7 (Germania, Francia, UK, Canada, Usa, Giappone), la Scandinavia (Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca), e Austria, Belgio, Irlanda, Olanda, Svizzera e infine Australia e Nuova Zelanda.
Secondo i ricercatori, la prima vera conseguenza significativa di queste politiche è quindi un aumento della disuguaglianza, con i relativi problemi che questo aspetto può comportare.
“Riscontriamo che le maggiori riforme che hanno ridotto le tasse ai ricchi abbiano portato a un aumento della disparità di reddito, come risultato della quota dei guadagni dell’1% più ricco”.