ROMA (WSI) – È arrivato il via libera definitivo del Senato alla legge per favorire l’emersione dei capitali nascosti, soprattutto all’estero, e che introduce il nuovo reato di autoriciclaggio. A quest’ultima norma si era opposta solo Forza Italia.
Il testo, che aveva già superato la prova della Camera, è passato senza modifiche a Palazzo Madama: 119 i sì, 61 i no e 12 gli astenuti.
Il provvedimento prevede che chi opterà entro il 15 settembre 2015 per la “voluntary disclosure” – la collaborazione con il fisco per far emergere i capitali occultati fino al 30 settembre 2014 – pagherà le imposte e gli interessi, ma le relative sanzioni saranno calcolate in misura ridotta.
Dopo diversi intoppi e ritardi, il progetto di legge sul rientro di capitali dall’estero ha finalmente visto la luce alla fine del tunnel parlamentare.
L’iter è ormai prossimo alla conclusione. Il testo a prima firma Causi ha infatti superato la tappa del Senato, l’ultima dell’intricato percorso che potrebbe portare al rientro di diversi miliardi di euro dagli evasori fiscali all’estero.
Concepito come provvedimento d’urgenza, il disegno di legge ha rischiato di saltare dopo l’approvazione dell’emendamento che introduceva in Italia il reato di autoriciclaggio.
Ora che i senatori hanno finito per seguire le indicazioni della maggioranza, il provvedimento sulla voluntary disclosure entrerà in vigore in tempi molto stretti.
Per ora l’unico voto contrario, sull’antiriciclaggio, era stato quello di Forza Italia. Si credeva che il progetto di legge avesse i numeri per superare l’ostacolo dell’aula del Senato nella forma e nei paletti già approvati dalla Camera lo scorso ottobre. E così è stato.
Come riportano i principali giornali generalisti, le tensioni in Parlamento si sono trascinate fino alla tarda notte del giorno prima. L’opposizione ha criticato il fatto che il testo sia stato bloccato per acclerare i tempi, evitando una staffetta avanti e indietro con la Camera.
Ma due giorni fa c’è stata la svolta politica verso il compromesso. Tre senatori del Pd, tra cui l’ex pm di Venezia Felice Casson, avevano rotto il fronte della maggioranza, presentando una formulazione alternativa al testo attuale.
Se il progetto passerà, tutte le violazioni sulla mancata dichiarazione di disponibilità finanziarie estere – e anche mai espatriate ma allo stesso tempo mai palesate al Fisco – saranno sanabili. Portando nelle casse statali denaro fresco, molto prezioso in un periodo di rinnovata recessione.
“Se funzionasse, la voluntary disclosure potrebbe garantire alcuni miliardi di euro, pagati dagli evasori fiscali”, ha sottolineato in settembre il capogruppo di Sel in commissione Finanze di Montecitorio Giovanni Paglia.
Il passaggio del testo agli uffici legislativi e poi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non è mai stato così vicino come oggi.
(DaC)