Economia

Riforma catasto, Draghi pone aut aut: “O passa o finisce il governo”

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Si torna a parlare di riforma del Catasto e il grande lavoro oggi del Parlamento è trovare un punto in comune per realizzare quella grande mappatura degli immobili, agognata da tempo e che dovrebbe vedere la luce entro il 2026.

“O passa la riforma del catasto, o il governo è arrivato al capolinea” sarebbero state le parole del premier Mario Draghi mandando un messaggio dirompente, ossia che la mappatura del catasto “deve passare” come conferma alle forze politiche la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra. “Se l’articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo”. Partiti sul piede di guerra.

Riforma catasto: cosa prevede l’articolo 6

In particolare quest’articolo 6, che potremmo definire l’articolo della discordia, prevede un nuovo modello di rilevazioni catastale degli edifici del Paese. L’articolo in discussione in particolare prevede un nuovo sistema di mappatura degli immobili con nuovi strumenti per Comuni e Agenzia delle Entrate: i dati raccolti dovranno essere disponibili dal primo gennaio 2026, ma in un comma si sottolinea che la riforma senza alcun impatto fiscale. La revisione della disciplina catastale punta a modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati. La norma indica i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati (da rendere disponibile dal 1° gennaio 2026).

Come riporta Il Sole 24 Ore, in particolare all’unità immobiliare andrà attribuito un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico. Per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico sono, inoltre, da introdurre adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario considerati i più gravosi oneri di manutenzione e conservazione.
Tali informazioni non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né, comunque, per finalità fiscali.

Inoltre si dovrà procedere ad individuare  gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita, i terreni edificabili accatastati come agricoli e gli immobili abusivi, individuando specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in questo ambito, nonché garantendo la trasparenza delle medesime attività.

Tuttavia si prevede che le informazioni raccolte non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né per finalità fiscali.

Le richieste dei partiti

Il centrodestra manifesta apertamente il suo diniego alla riforma proponendo una sua revisione catastale che prevede la cancellazione della la nuova mappatura complessiva del catasto e un focus sulla ricerca degli immobili fantasma.
La proposta di mediazione elaborata da Forza Italia e sottoscritta da tutti i capigruppo di centrodestra della maggioranza – Fi, Lega e Ci e Nci – sarà sottoposta al governo e al resto dei partiti e prevede il coinvolgimento degli enti locali.
La proposta del centrodestra inoltre stabilisce inoltre che “le informazioni rilevate non sono utilizzate né per finalità fiscali né per il computo” dell’Isee né “per incrementare il gettito fiscale totale fatta salva l’emersione di base imponibile” grazie l’accertamento dei beni non accatastati.

“La nostra strategia di chiedere più tempo sta portando frutti, ora dipende dal governo” come ha spiegato il capogruppo di Fi in commissione Finanze della Camera Antonio Martino spiegando che la proposta di Forza Italia «tiene compatto il centrodestra in maggioranza» ed è «condivisa da Lega e Coraggio Italia» a Lega preme per lo stralcio del testo di riforma

C’è una guerra da fermare, litigare sulle tasse e sulla casa, in un momento come questo mi sembra del tutto fuori luogo», ha sottolineato Matteo Salvini. «Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse così com’è la riforma del catasto è da irresponsabili», hanno attaccato i capigruppo del Carroccio nelle commissioni Bilancio e Finanze Massimo Bitonci e Giulio Centemero.

Pioggia di critiche alla strategia dell’esecutivo sono giunte anche dai Cinque Stelle. A tal proposito Marco Pellegrini, vicepresidente del gruppo M5S del Senato, in merito all’aut aut ricevuto dal premier Draghi ha parlato di “pressioni semplicemente irricevibili che, da una parte, comprimerebbero le basilari prerogative del Parlamento, che è del tutto legittimato a modificare ciò che ritiene più opportuno; dall’altra, delineano l’ennesimo rischio di calpestare le indicazioni del Parlamento, dopo che il Governo aveva già in passato trascurato alcuni passaggi contenuti nella relazione conclusiva delle Commissioni finanze riunite di Senato e Camera, preliminare alla delega fiscale”.