NEW YORK (WSI) – Il referendum costituzionale di ottobre sarà la chiave di volta nel determinare se le riforme del premier Matteo Renzi produrranno la tanto attesa crescita italiana. A dirlo è l’agenzia di rating americana Fitch che così facendo si schiera per il fronte del Sì.
In una nota l’agenzia di rating evidenzia come le riforme che sta mettendo in atto il premier Renzi siano positive: dal mercato del lavoro, al sistema elettorale, fino all’istruzione e alle insolvenze societarie ma, secondo Fitch “è ancora presto per dire se queste riforme alzeranno significativamente il PIL nel lungo termine”.
“L’Italia sta andando nella giusta direzione ma l’agenda delle riforme richiederà tempo per materializzarsi”.
A determinare se ci sarà o meno lo slancio di queste riforme secondo Fitch è il risultato del referendum costituzionale di ottobre la cui bocciatura potrebbe vanificare gli sforzi fatti finora.
“Se la riforma costituzionale venisse bocciata il rischio politico aumenterebbe in modo rilevante e alcuni degli sforzi fatti per aumentare la produttività e rafforzare la crescita economica di lungo termine potrebbero subire una battuta d’arresto”.
L’agenzia di rating si schiera così nel fronte del Sì’ come hanno fatto anche Jp Morgan, il Fondo monetario Internazionale e, a livello nazionale, Confindustria. La banca d’affari JP Morgan, istituto scelto anche dal governo come consulente per l’istituzione della bad bank, avrebbe pensato per prima alla legge di riforma costituzionale considerando la nostra carta costituzionale “troppo socialista”.
Un pensiero che sembra essere condiviso anche dall’Fmi secondo cui – come riporta La Stampa – “nel documento finale al termine della consueta visita in Italia, i rappresentanti del Fondo hanno scritto che il referendum punta a facilitare il processo decisionale ed il trasferimento di competenze dalle regioni al livello centrale”.
“La punta di diamante di un elenco impressionante di riforme approvate, ma che però vanno continuati, perché per il Fmi è indispensabile che tali sforzi siano ampliati e completati”.
A irrobustire il fronte del Sì al referendum anche Confindustria il cui presidente Vincenzo Boccia nel suo discorso inaugurale si è nettamente schierato a favore del referendum sulla riforma della Costituzione.
Cosa dice Matteo Renzi? Il premier ammette che la riforma non è la legge migliore del mondo ma “permette all’Italia di iniziare il futuro” e se non dovesse passare ribadisce le sue dimissioni.
“Siccome non sono qua perché ho vinto un concorso a premi, se perdo cambio mestiere“.