Economia

Riforma fiscale: le novità per Irpef, partite Iva, Irap e microtasse

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Taglio alle tasse per i redditi medi, giù l’Irpef e stop all’Irap e al secondo acconto delle imposte a rate, mentre sparisce l’ipotesi patrimoniale tanto criticata: queste le linee guida della prossima riforma fiscale targata Mario Draghi.

Riforma fiscale: le novità in arrivo

Lo scorso 30 giugno, le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno licenziato un lungo documento in cui si tracciano le linee-guida della prossima riforma fiscale, che dovrà vedere luce entro il 31 luglio.

Quali le maggiori novità? In primis un taglio dello scaglione Irpef “di mezzo” (quello che riguarda il ceto medio), poi l’abolizione dell’Irap e la rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per i titolari di partita Iva.

In merito all’Imposta sul reddito delle persone fisiche, l’idea è quella di abbassare lo scaglione Irpef “di mezzo”, quello che colpisce il ceto medio (tra 28.000 e 55.000 euro). Tra le proposte c’è quella di prevedere un sistema ad aliquota continua, ma solo per le fasce di reddito medio, accompagnato da un intervento sulla no tax area, un minimo esente da intendere come una maxi-deduzione
Ma gli interventi sull’Irpef riguarderanno anche il riordino delle detrazioni fiscali, che potrebbero trasformarsi in spese pubbliche ed essere riconosciute come erogazioni dirette in caso di pagamento con carte o bancomat, una sorta di bonus per i pagamenti tracciabili che in un certo senso andrebbe a sostituire il cashback che è stato di fatto cancellato.

Partite Iva e regime forfettario

Per quanto riguarda il regime forfettario delle partite è prevista un’aliquota al 20% sopra i 65.000 euro, per rendere meno brusca la fuoriuscita dalla tassazione agevolata del 15 per cento. Questo nuovo regime si dovrebbe applicherebbe solo per i due periodi d’imposta successivi, a patto che in ognuno si raggiunga un aumento del volume d’affari pari almeno al 10%.

Per i ricavi inferiori ai 65.000 euro dovrebbe rimanere inalterata la percentuale di tassazione, pari al 15% e al 5% per i primi anni di attività.

Nella bozza è presente anche una proposta per la rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite Iva e i lavoratori autonomi. L’ipotesi è quella di cancellare la scadenza del 30 novembre.

Riforma fiscale: prevista l’abolizione dell’Irap

Tra le altre novità previste nella bozza di riforma fiscale anche l’abolizione dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive che potrebbe portare una boccata d’ossigeno alle imprese, al ritorno dell’Iri, l’imposta sul reddito di impresa.

Via alle microtasse

Via inoltre le “microtasse“, tasse, bolli e tributi che potrebbero essere eliminati nella riforma fiscale in arrivo. Così si va dal Superbollo applicato sulle vetture di grossa cilindrata, a seguire i prelievi sul pubblico insegnamento e l’imposta sugli intrattenimenti, fino alla maggiorazione della tassa sui rifiuti o quella regionale di abilitazione all’esercizio della professione.
Al bando potrebbero finire anche l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, fino all’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e aeromobili privati alla tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto.

Imposte sui profitti finanziari: le revisioni allo studio

Infine, tra le altre ipotesi allo studio, oltre alla minor tassazione delle rendite finanziarie, con l’imposta sul capital gain che dovrebbe passare al 23% dal 26% attuale, vi sarebbe anche l’abolizione della Tobin Tax, la così detta tassazione sul trading, introdotta nel 2013, che non ha mai fruttato il gettito auspicato e, anzi, ha frenato gli investimenti in borsa.