Primo passo verso la riforma fiscale con la decisione di introdurre nuove aliquote. Ieri le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno dato il via libera al documento che indica al governo Draghi la strada per abbassare lo scaglione Irpef “di mezzo”, quello che colpisce il ceto medio (tra 28.000 e 55.000 euro). Ora tocca all’esecutivo presentare il testo definitivo entro il 31 luglio.
Oltre all’Irpef, il testo prevede meno tasse sul lavoro, semplificazioni, rivisitazione del rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, nuova lotta all’evasione, abbassamento dell’Iva. E via le “microtasse”: dal superbollo alla tassa sul rumore degli aerei. Sciolto il nodo sul forfait per gli autonomi con partita Iva (“bene ma ci sono criticità da affrontare”), mentre non si accenna più alla tassa patrimoniale che invece compariva nelle prime bozze del documento.
Riforma fiscale: le prime simulazioni con nuove aliquote
Ma torniamo alla misura cardine del testo, ovvero quella sulla riforma dell’IRPEF. Secondo recenti simulazioni effettuate da Eurispes, una riduzione delle aliquote a tre, ma con un maxi scaglione centrale comporterebbe una perdita di gettito “non drammatica” per l’Erario ma “effetti rilevanti” di alleggerimento fiscale per i contribuenti.
L’ipotesi di un’aliquota unica tra i 15mila e i 75mila euro al 27%, mentre oltre i 75mila euro si continuerebbe a pagare il 43% e sotto i 15mila si continuerebbe a pagare il 23% dunque un sistema con solo tre aliquote, ma con un maxiscaglione nella parte centrale.
Sempre secondo le simulazioni, ogni mille euro di reddito oltre i 28mila euro, si risparmierebbero infatti circa 110 euro. Oltre i 55mila euro, per ogni mille euro aggiuntivi dichiarati, il risparmio salirebbe a 140 euro.
Quindi, per esempio, con un reddito di 40mila euro, il risparmio sarebbe di 1.320 euro l’anno. A 50mila euro i risparmi salirebbero a 2.430 euro l’anno, e a 60mila euro si raggiungerebbero i 3.500 euro di minori tasse.
Un’altra ipotesi prevede, ad esempio, che le due centrali del 38% (tra i 28mila e i 55mila euro) e del 41% (tra i 55mila e i 75mila euro lordi) potrebbero unirsi in un’unica area 36%. Tra le ipotesi in campo vi potrebbe poi essere anche quella di un accorpamento delle prime due aliquote, quelle del 23% per i redditi fino a 15.000 euro e del 27% per i redditi fino a 28.000 euro, in una sola aliquota – pari, ad esempio al 20% ‒ che si applicherebbe a tutti i contribuenti con redditi fino a 28.000 euro. Ma le ipotesi intermedie possono comunque essere le più svariate.