ROMA (WSI) – I furbetti del cartellino dovranno presto fare i conti con la riforma della Pubblica amministrazione i cui decreti attuativi saranno esaminati dal Consiglio dei ministri tra una settimana. L’intenzione del governo, che emerge dalla lettura del testo del ddl Madia, è quella di velocizzare i tempi di licenziamento dei dipendenti pubblici colti in flagranza di truffe verso lo Stato, come nel caso delle assenze ingiustificate.
Testualmente l’art. 17 del disegno di legge parla di una “introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti finalizzate ad accelerare e rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l’esercizio dell’azione disciplinare”.
A livello formale l’estensione agli statali del nuovo articolo 18 riformato dal Jobs Act, non necessiterebbe di alcun intervento ulteriore, stando a una recente sentenza della Cassazione. Eppure la riforma dovrebbe essere finalizzata, di fatto, a rendere effettive procedure di fatto poco applicate, data la farraginosità del procedimento burocratico.
Mercoledì mattina è arrivata la telefonata di Matteo Renzi al ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia e al capo del Dipartimento legislativo di Palazzo Chigi, Antonella Manzione, proprio per sollecitare una svolta sui tempi di approvazione della riforma Pa, importante per rilanciare l’immagine dell’esecutivo.
Fra le novità in arrivo con la riforma ci sono, inoltre, la riduzione delle società partecipate da 8mila a mille nel giro di due anni; lo scioglimento del Corpo della Guardia forestale, che verrò trasferito nei Carabinieri con altre funzioni; la riduzione delle Camere di Commercio da 105 a 60. Secondo le organizzazioni sindacali sarebbero mille i posti di lavoro a rischio come conseguenza della riforma.