ROMA (WSI) – Ancora non è pronto, ma promette di far discutere. Stiamo parlando del pacchetto di riforma della Pubblica Amministrazione a cui starebbe lavorando già da molti mesi ormai, il ministro Marianna Madia. Ancora non si conoscono i dettagli della riforma tanto annunciata, ma un’indiscrezione trapela e a rivelarla è La Stampa e riguarda le società pubbliche.
Sembra che il controllo sulle società pubbliche passerà dal Ministero del Tesoro a Palazzo Chigi. In tal modo il premier Matteo Renzi potrà controllare direttamente le partecipazioni nelle società pubbliche, come la Cassa Depositi e Prestiti, Poste e Rai, ma anche Eni e Enel.
Se finora a vigilare sui pacchetti delle società pubbliche era un ufficio di via XX settembre, sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ora tutto potrebbe essere trasferito alla Presidenza del Consiglio, quindi direttamente nelle mani di Renzi.
Un passaggio che sa di novità rivoluzionaria, perché sottrae dalle mani del ministero dell’economia, Pier Carlo Padoan, il potere di nomina e indirizzo delle aziende pubbliche. In realtà a stabilire la nomina e l’indirizzo è sempre Matteo Renzi ma con il passaggio in via ufficiale si concretizza questo potere. L’indiscrezione non trova conferme ma neanche smentite ufficiali, mentre fonti vicine al Governo ammettono che l’idea era nell’aria già da molto tempo.
Se cambieranno le cose per la vigilanza delle società pubbliche, il discorso cambia per le aziende regionali, provinciali e comunali che sono oggi controllate dagli enti locali. Tuttavia nelle bozze della riforma della Pubblica amministrazione trapela anche un’altra novità che riguarda proprio le società regionali e l’indirizzo delle scelte di gestione. Si prevede infatti l’introduzione di un organo di vigilanza sulle società a partecipazione pubbliche, con il compito di tenere un elenco delle stesse società e la possibilità di effettuare ispezioni, nonché chiedere l’esibizione di atti e documenti che ritenga necessario esaminare.