Mancano pochi giorni all’avvio degli incontri tra Governo e parti sociali per la riforma delle pensioni, che diventerà esecutiva dopo il 2021, quando scadrà la parentesi triennale della sperimentazione di Quota 100.
Diverse le ipotesi sul tavolo, fra cui, secondo le anticipazioni del Messaggero, quella dell’uscita anticipata a 62 anni senza i 38 di contributi previsti dalla Quota 100 ma con penalizzazione sull’assegno.
Resta sul tavolo anche Quota 41
Per avere conferma ufficiale bisognerà attendere ancora una decina di giorni: l’8 settembre prenderanno il via gli incontri tra Ministero del lavoro e sindacati sugli interventi da inserire nella Legge di Bilancio 2021.
Solo allora si potranno avere maggiori dettagli sulla contribuzione minima richiesta.
Da quanto emerge dalle prime indiscrezioni, il valore dell’assegno previdenziale, invece, dipenderebbe dagli anni di anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia: intorno al 3% per ogni anno, che porterebbe il taglio massimo al 15% rispetto all’assegno pieno che si matura a 67 anni.
Resta sul tavolo anche la possibilità di estendere a tutti i lavoratori Quota 41 una nuova forma di pensione anticipata basato però sul requisito contributivo (41 anni di contributi), in cui viene eliminato il vincoli di età.