NEW YORK (WSI) – Nell’autunno del 2012, in sordina senza fare troppo rumore, la Banca centrale tedesca aveva presentato richiesta di rimpatrio delle sue riserve auree.
La richiesta faceva seguito a quella molto più pubblicizzata di rimpatriare un ammontare massiccio di 300 tonnellate.
L’idea era quella di riprendersi 150 tonnellate di lingotti dagli Stati Uniti nel giro di tre anni, con termine del processo previsto nel 2015.
Ciò significa che a gennaio 2013 esistevano due richieste di rimpatrio di riserve auree. Una non escludeva l’altra.
In pratica la Germania prevedeva di riavere 150 tonnellate dagli Stati Uniti entro il 2015 e 674 tonnellate entro la fine del 2020 da Francia e Usa.
Questo era il piano, almeno fino ad oggi. Le pressioni della Fed hanno avuto la meglio. Solo 5 tonnellate sono rientrate nel 2013 e come riporta il giornale Handelsblatt, “per la prima volta la Bundesbank ha ammesso di non credere più di avere la possibilità concreta di rispettare l’impegno per il rimpatrio di oro, almeno non secondo i tempi previsti”.