Il petrolio russo è stato colpito da un embargo sulle importazioni via mare, che si aggiunge al tetto al prezzo dei prodotti raffinati stabilito da Ue, G7 e Australia. Queste misure sono state giustificate dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come un modo per “far pagare a Putin il prezzo della sua atroce guerra”. Tuttavia, secondo l’associazione di consumatori Assoutenti, l’embargo potrebbe far aumentare i prezzi dei carburanti alla pompa, a causa del calo di un milione di barili al giorno provenienti dalla Russia e del conseguente aumento dei costi di trasporto da altri Paesi.
Assoutenti ha anche pubblicato uno studio che mostra come nel 2022 il business dei carburanti in Italia abbia generato 9,4 miliardi di euro in extra-profitti. Rispetto al 2012, la quotazione media del petrolio è aumentata del 9,4% e i prezzi medi dei carburanti alla pompa sono saliti del 23,4% per la benzina e del 38% per il gasolio. Questo significa che nel 2022, sulla base dei consumi di carburante in Italia, ci sono stati extra-profitti per 9,39 miliardi di euro.
Attualmente, tuttavia, i prezzi dei carburanti stanno ancora diminuendo, grazie ai ribassi decisi dagli operatori. Sarà importante vedere come l’embargo sul petrolio russo e il price cap sui prodotti raffinati influiranno sui prezzi dei carburanti in futuro.