ROMA (WSI) – Rinvio di tre mesi per l’Iva, un piano-occupazione per 1,5 miliardi che coinvolgerà, tra assunzioni e formazione, circa 200 mila “under 30” con risorse recuperate anche per le Regioni del Nord. Il Consiglio dei ministri ha varato ieri l’atteso decreto legge che completa la sterilizzazione dell’ingorgo fiscale estivo (si profilava l’aumento Imu del 17 giugno, già rinviato nelle settimane scorse, e l’aumento Iva del 1° luglio rinviato ieri) e sposta tutto a dopo l’estate (17 settembre l’Imu e il 1° ottobre l’Iva) a ridosso della legge di Stabilità quando il tema tornerà all’ordine del giorno.
Il congelamento dell’Iva costa circa un miliardo e il nodo delle coperture, che ha tormentato il ministero del Tesoro nelle ultime settimane, ieri è tornato al pettine. Sulla base delle indiscrezioni circa 550 milioni verranno dall’aumento dell’acconto Irpef, Ires e Irap che pagano a novembre commercianti, professionisti e lavoratori autonomi (i dipendenti solo nel caso abbiano collaborazioni extra o altri redditi).
L’acconto che è già per l’Irpef del 99 per cento passa al 100 per cento, quello Ires dal 100 al 101 per cento: naturalmente il prossimo anno, in primavera, in sede di saldo si pagherà di meno.
Altri 200 milioni sono una “stangata” destinata alle banche: si tratta di un acconto sugli interessi sui depositi e sui conti correnti. Inoltre ci saranno 250 milioni di tagli a vari fondi (tra cui, pare, il fondo affitti). Dal 2014 scatta anche la tassa sulle sigarette elettroniche: darà 110 milioni (58,5 per cento più Iva al 21 come le sigarette di vecchio tipo), tra le lamentele della neo associazione Anafe, che protesta perché, dicono, non tutte le fiale contengono nicotina e dunque non sono assimilabili al normale tabacco.
Sulle coperture, in particolare sull’acconto Irpef-Irap-Ires subito dagli autonomi, scende in campo il Pdl. Brunetta aveva già avvertito martedì che non avrebbe accettato un ulteriore aggravio su commercianti e professionisti e ieri è tornato alla carica parlando di “partite di giro e raggiro”.
Il governo tuttavia su questo punto non alza barricate: Letta ha fatto sapere che si tratta di “coperture tecniche” e che il “Parlamento è libero di modificarle”. Anche il ministro dell’Economia Saccomanni ha osservato che si tratta di “misure ponte” e di coperture “non blindate” in vista di un riordino di tutta la materia fiscale (la legge delega è partita ieri alla Camera e si conta di chiudere entro luglio). Il vicepremier Alfano è solo parzialmente appagato: parla di “due goal del governo” e rilancia annunciando che a dicembre “non si pagherà” l’Imu sulla prima casa.
Quello che è certo che in procinto di uscire definitivamente della procedura di deficit eccessivo l’Italia non può assolutamente forzare sui conti pubblici.
“In questo momento non è il caso di fare scelte che diano l’impressione di sfasciare i conti”, ha detto il premier. Da Bruxelles la reazione alle prime notizie è cauta: “La Commissione – spiega il portavoce del commissario Olli Rehn – ha bisogno di capire come coprire il rinvio dell’Iva prima di commentare”. Risponde lo stesso Saccomanni a Bruxelles per l’Ecofin: “Le garanzie le abbiamo già date in consiglio dei ministri, tutto è fatto dentro gli impegni Ue, non ci sono sforamenti né nuovi debiti”.
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