ROMA (WSI) – Il Governo italiano torna a fare i conti con la realtà difficile del mercato del lavoro, la cui ripresa prevista per il 2014 dovrà attendere ancora. Per lo meno in Italia, dove le tasse portano via soldi per sostenere i consumi e dove le aziende risentono per le mancate vendite, chiudendo i battenti
“Dopo i brindisi per la riduzione dello spread, i dati sul mercato del lavoro ci riportano con i piedi per terra” dichiara Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, commentando i dati su occupazione e disoccupazione diffusi dall’Istat.
La recessione e’ cessata ed e’ iniziata la ripresa, ma occorrera’ diverso tempo prima che si vedano i riflessi del miglioramento del ciclo sull’occupazione, secondo la banca. “E anche quando questi effetti si evidenzieranno, essi non potranno che essere limitati, dato il ritmo troppo modesto della ripresa produttiva”.
“Questo mercato del lavoro necessita certamente di regole per superare dualismi e rigidita’, ma non potra’ essere il rinnovamento delle regole a creare posti di lavoro: l’urgenza primaria e’ una crescita della domanda aggregata e dell’economia ben piu’ consistente di quella che stiamo sperimentando”, conclude De Nardis.
Il bolettino dell’Istat per il mese di novembre è molto duro e parla di aumento al nuovo massimo storico del 12,7% del tasso di disoccupazione, in rialzo +0,2% rispetto a ottobre – quando era al 12,5% – e +1,4% su base annua. Secondo Nomisma, in sintesi, la ripresa economica è troppo lenta per poter riassorbire la disoccupazione.
Non vanno meglio le cose alla Spagna, dove quasi due giovani under 25 su tre sono disoccupati. Anche a Madrid si parla di ripresa, il che ha favorito peraltro l’andamento dei titoli azionari, ma i dati economici ufficiali sembrano puntare in un’altra direzione. A ottobre la disoccupazione è rimasta sui massimi visti in ottobre, al 26,7%,, un tasso che si confronta con il 12,1%, dell’area euro. Quella giovanile è al 57,7%.