NEW YORK (WSI) – Dopo Moody’s a seguito del referendum di dicembre e Dbrs a gennaio ora è Fitch che taglia il rating dell’Italia che viene declassato da BBB+ a BBB con outlook stabile. A renderlo noto la stessa agenzia che punta il dito contro la crescita troppo debole del nostro paese e sul ritardo nel consolidamento dei conti, sottolineando anche il fallimento in merito al taglio del debito pubblico che ha raggiunto livelli altissimi.
“Questo espone maggiormente il Paese a potenziali shock sfavorevoli”.
Così scrive Fitch in una nota in cui sottolinea che a pesare sul declassamento del rating sovrano italiano sono anche i rischi politici che negli ultimi tempi sono notevolmente aumentati.
“Il governo debole o instabile sono aumentati, così come la possibilità di partiti populisti e euroscettici che influenzano la politica. Un populismo in crescita può sminuire l’appetito politico per la riforma, aumentare la pressione per lo svuotamento fiscale e pesare sul sentimento degli investitori”.
Da qui una previsione non certo rosea per la crescita dell’economia italiana, dello 0,9 per cento quest’anno e dell’1,0% nel 2018.
Ma Fitch accende i riflettori anche sul sistema bancario dove a pesare sono le debolezze che aumentano a loro volta i rischi al ribasso per l’economia e le finanze pubbliche.
“L’outlook per il settore bancario è negativo e questo è legato soprattutto alle sfide per ridurre i crediti deteriorati e la debole redditività (…) Il persistente peggioramento fiscale dell’Italia, il ripiegamento del consolidamento, la debole crescita economica e la conseguente mancata riduzione dell’elevato livello del debito delle amministrazioni pubbliche hanno lasciato più esposizione ai potenziali shock avversi. Ciò è aggravato da un aumento del rischio politico e dalla debolezza continua del settore bancario che ha richiesto un intervento pubblico previsto in tre banche a partire da dicembre”.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan prova a difendersi dal giudizio di Fitch.
“A me sembra che non ci sia nulla di nuovo dal punto di vista economico. Il taglio sembra più legato ai rischi politici (…) Non accetto la parola “fallimento”, mi sembra totalmente fuori luogo. Il debito si è stabilizzato e sta iniziando a scendere, anche se mi piacerebbe vedere un calo più rapido”.