Nessun partito in gara alle elezioni del 4 marzo ha parlato in modo chiaro di introdurre una tassa patrimoniale. Questa misura colpirebbe il ceto medio, fondamentale alle urne, come spiega un commento di Lorenzo Raffo, operatore qualificato specializzato nel settore obbligazionario, pubblicato sul quotidiano di Borsa Lombard Report.
Secondo l’esperto, resta però il rischio di una tassa patrimoniale aggiuntiva rispetto a quella attuale dello 0,20%, l’imposta di bollo sui depositi titoli. Il timore è che ne vengano introdotte nei prossimi due o tre anni di non dichiarate, attraverso interventi indiretti.
Ecco da dove potrebbe arrivare una patrimoniale “nascosta”:
– Nel settore immobiliare, con la riforma del catasto che potrebbe tornare d’attualità. Il testo della legge è già pronto, anche se va definito l’algoritmo di calcolo dei rinnovati valori catastali. Secondo Raffo:
C’è chi ipotizza che le maggiori entrate per lo Stato potrebbero essere di 60 miliardi di euro, ma il valore per ora è teorico
– Con un inasprimento della tassazione sulle successioni, a cui sono favorevoli tutti i partiti tranne Forza Italia e Lega. Nella legislatura scorsa è stata presentata una proposta di legge che colpiva i patrimoni oltre i cinque milioni di euro ma il provvedimento è stato in seguito abbandonato.
– Un’imposta di bollo sulle polizze vita di tipo rivalutabili a capitale garantito era prevista nell’ultima Legge di Bilancio ma è stata cancellata in extremis. Potrebbe tornare di attualità.
– Secondo Lorenzo Raffo l’aliquota alleggerita al 12,5% per le rendite riferite ai titoli di Stato potrebbe avere vita breve.
Il rischio l’ha già corso nel 2014/2015 e ora si ragiona così: se i tassi saliranno (e presto saliranno) non ha più senso favorire Btp e compagni.
– Un’altra novità di cui si parla in sede ministeriale potrebbe arrivare da un aumento del bollo sui conti correnti, con una possibile rimodulazione in funzione degli importi detenuti.
Infine, Raffo sostiene che sarà possibile un insieme di tutto questo introdotto attraverso una serie di interventi tecnici. Il pericolo maggiore verrebbe però:
da un Governo tecnico imposto dall’Europa in presenza di un’incapacità dei politici di trovare intese. Libero da vincoli, agirebbe in totale autonomia rispetto ai temi economici e approverebbe quasi certamente una patrimoniale pura