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Rischio nuova bolla dot com. Ma stavolta sarà diverso

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NEW YORK (WSI) – All’orizzonte inizia a delinearsi una nuova bolla hi-tech, proprio come nel 1999, le valutazioni stanno infatti arrivando alle stelle. Per fortuna tuttavia non mancano le differenze rispetto alla situazione di 14 anni fa.

L’ipo di Twitter valuterà il gruppo di micro blogging, che pure è ancora ben lontano dal dichiarare utili significativi, 11 miliardi di dollari. I venture capitalist hanno valutato Pinterest, che non genera neppure fatturato, quasi 4 miliardi di euro; ad un prezzo simile è stata valutata anche la più giovane (e con un giro d’affari ancora piu’ limitato) Snapchat.

I segni di quest’esuberanza simile a quella di fine secolo si notano anche nella Silicon Valley e nell’area circostante. I prezzi delle case a San Francisco e nei dintorni sono aumentati di oltre il 15% nell’ultimo anno e i canoni di locazione degli uffici sono piu’ alti rispetto al picco del 2008 addirittura del 23%. L’accelerazione è nell’aria, sostenuta per di più dal fatto che le grandi multinazionali registrano crescita modeste e i tassi vicino allo zero invogliano gli investitori a puntare su società dall’alto potenziale di crescita piuttosto che su asset class più tranquille.

I veterani di Wall Street affermano tuttavia che questa volta lo scenario è differente rispetto alla bolla del 1999-2000. Le società che vanno in Borsa sono infatti più mature, i dirigenti più esperti e i modelli di business di successo. I social network come Twitter e Pinterest seguono in effetti le orme di Facebook, gia’ quotata, che viene valutata in borsa 70 volte gli utili.

Nel 2000 invece a quotarsi e con multipli stellari erano tendenzialmente le start up. Non solo. Oggi i titoli hi tech, secondo le stime di Jay Ritter, professore all’Università della Florida, sono valutati 5,6 volte il fatturato, ben al di sotto delle 26,5 volte a cui passavano di mano le hi tech d’oro dei primi anno del nuovo Millennio.