Società

Riscossa del mattone, ma gli italiani scelgono la liquidità

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NEW YORK (WSI) – Boccata d’ossigeno per i risparmi degli italiani. Nonostante gli anni di crisi abbiano assottigliato le riserve, cresce il numero di famiglie che riesce a mettere da parte un gruzzolo.

E’ quanto emerge dall’indagine Acri-Ipsos, in occasione della Giornata mondiale del Risparmio, dal quale risulta che le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono ancora molte – 1 su 4 (il 25% contro il 27% del 2014 e il 30% del 2013) – ma il numero di soddisfatti rispetto alla propria situazione economica (il 55% della popolazione), per la prima volta dopo quattro anni, supera quello degli insoddisfatti: di ben 10 punti percentuali. A guidare il ritrovato ottimismo è il Nord Ovest del Paese. C’è meno paura di spendere e torna a crescere il favore per l’investimento nel mattone.

Ma procediamo con ordine. Per il terzo anno consecutivo la fetta di italiani che nell’ultimo anno ha effettivamente risparmiato cresce, di 4 punti percentuali, passando dal 33% del 2014 al 37% attuale, il dato più alto dal 2010.

Nel frattempo, si riducono per il terzo anno di fila, e in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% del 2014 al 22% attuale (un dato così ridotto non lo si vedeva dal 2005).

È interessante notare che la crescita di chi è riuscito a risparmiare è sostanzialmente legata al Nord Ovest (il 48% è riuscito a risparmiare) e ai giovani (il 50% ha risparmiato).

Anche dalle domande sul futuro emerge una nuova fiducia. “Oggi più di 1 italiano su 3 è fiducioso sul futuro dell’Italia (36%), mentre gli sfiduciati sono il 27%: in un anno il saldo, oggi +9, è migliorato di 24 punti percentuali”.

Sale nel frattempo la fiducia nel mattone. Nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70%, scesa progressivamente fino al 24% del 2014; nel 2015 essa risale di ben 5 punti percentuali, raggiungendo il valore del 29%.

“Chi ha risorse disponibili mantiene una forte preferenza per la liquidità: riguarda quasi due italiani su tre; inoltre chi investe lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi”. Detto questo, il miglioramento dello scenario economico rispetto agli anni bui della crisi “incrementa la volontà di investire, in tutto o in parte, i propri denari: i potenziali investitori salgono infatti dal 30% al 34%”.

“Rispetto al 2014 la situazione delle scelte di investimento è sostanzialmente costante: si riduce di un punto la quota di italiani possessori di certificati di deposito e di obbligazioni (9%), di titoli di Stato (7%) e di fondi comuni di investimento (13%)”. Si riducono poi di due punti “i possessori di azioni (6%), mentre cresce di un punto la quota di quelli che dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita o fondi pensione (dal 24% al 25%) e salgono lievemente i possessori di libretti di risparmio (dal 22% al 23%)”.

Ma quasi una famiglia su quattro non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di mille euro.

“Ggli anni di crisi hanno ridotto le riserve di denaro di molte famiglie. Nonostante i miglioramenti in termini di risparmio, ancora oggi quasi una famiglia su quattro (il 23%, in diminuzione rispetto al 2014) dice che non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di mille euro con risorse proprie”.

“Se la spesa imprevista fosse maggiore, 10mila euro potrebbe farvi fronte poco più di una famiglia su tre (il 35%, -2 punti percentuali rispetto al 2014). Questi dati, combinati fra loro, fanno comprendere come i segni di miglioramento riguardino solo una parte del Paese: quelli che hanno ridotto i timori legati alla crisi”.

Torna anche la voglia di consumare, soprattutto presso le classi più abbienti, che paiono voler festeggiare la fine di un periodo di seria preoccupazione. Le loro spese si indirizzano soprattutto verso elettronica e telefonia, prodotti alimentari e spese per l’auto. (mt)