Il 2019 sarà un anno di grandi sfide per gli investitori e per il mondo della gestione dei risparmi. Protezionismo e hard Brexit sono solo due delle minacce che rischiano di non far dormire sonni tranquilli agli operatori di mercato e agli economisti.
Ad accendere un faro al Word Economic Forum di Davos su quelle che si presentano come potenziali micce esplosive per i risparmi ci ha pensato il think tank The Smart Institute. Nel grafico elaborato per Econopoly (vedi sotto) si traccia una mappatura dei rischi globali per l’anno in corso.
“Si confermano i tre principali trend evidenziati l’anno scorso. In particolare per il 2019, fonte di notevole preoccupazione per il WEF, riguardano in primis i trend connessi ai cambiamenti climatici ed al degrado del nostro ambiente”, si legge sul Sole 24 Ore.
“Pensiamo, ad esempio, all’evoluzione delle immissioni di CO2, un segnale di attenzione ci arriva dall’inversione di tendenza in atto negli USA”, osserva Pasquale Marella, aggiungendo che “Un secondo trend riguarda la crescita delle disuguaglianze nei redditi e nella ricchezza”.
In tutto il mondo negli ultimi anni il livello di disuguaglianza non è cresciuto altrettanto, ma lo stesso non si può affermare all’interno dei singoli paesi. Qui “per tutti, si è registrato un ampliamento del divario tra ricchezza pubblica e privata”.
Infine, “un terzo trend è rappresentato dalla crescente dipendenza verso la cyber-tecnologica. Da un lato abbiamo un aumento della nostra produttività, ma dall’altro abbiamo una serie di rischi connessi alla vulnerabilità tecnologica”.
Da qui una lista di rischi economici e geopolitici principali, tra cui una Brexit disordinata o dura, il debito sovrano in Europa. E ancora: la guerra commerciale, rischio dell’uso avverso della Intelligenza Artificiale e il rischio legato all’ambiente e al clima.