Economia

Risparmi: solo il 16% degli italiani pianifica il futuro

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Sette italiani su dieci attuano una gestione prudente delle spese correnti ma solo un 16%, però, pianifica il suo futuro nel dettaglio, in vista dei progetti e delle condizioni stimate. Questi i numeri che emergono da Agos Monitor, l’osservatorio realizzato da Agos insieme alla società di ricerca Eumetra MR.

Volendo tracciare un quadro del nostro paese, l’Osservatorio rivela che ci sono un 30% di italiani “cicale” (assenza totale di pianificazione), un 54% di “attenti” (pianificazione dei grandi progetti) e un 16% di “formiche” (con forte orientamento alla pianificazione).

La più attenta pianificazione è riservata soprattutto alla gestione delle bollette (91%), delle spese per auto/moto (81%) e a quelle per i generi alimentari (53%), non necessariamente gli ambiti in cui si spende davvero di più. Interessante notare come siano i giovani (l’84% tra i 18 e 14 anni), che di fronte all’incontro con le prime responsabilità di gestione del denaro prestano attenzione alle loro spese anche in vista del futuro, al quale guardano con propositività.

In linea generale, gli italiani con un talento per la pianificazione, la programmazione ed il controllo delle spese famigliari, sono all’incirca 2 su 10, mentre altri 5 dichiarano di praticarla in forma lieve, e gli ultimi 3 dichiarano di non praticarla affatto. Tra chi la pratica poi, rivela l’Osservatorio che vi è un uso prevalente di strumenti analogici o, detto più semplicemente, carta e penna (44%) contro il 21% che invece sceglie soluzioni digitali, app, tablet, pc. A essere pià appassionati di tecnologia gli uomini che si dimostrano portati per la digitalizzazione di questa attività. Le donne a loro volta esprimono un maggior bisogno di avere strumenti digitali per la pianificazione del bilancio famigliare.

“Noi italiani le cose le facciamo all’ultimo minuto o quando non è più possibile fare diversamente. Anche il risparmio, poco o tanto che sia, che salva le famiglie in caso di bisogno, non viene gestito con un pensiero progettuale. Si accumula per quello che potrebbe accadere. Ma non si pensa di poter conoscere e controllare il futuro. Cosa che sembra più facile ai nostri cugini europei, abituati, anche nel risparmio, a gestire progetti di 7-10 anni almeno, senza parlare poi dei progetti previdenziali, sui quali le prospettive vanno ben oltre”, sottolinea Fabrizio Fornezza, sociologo, ricercatore sociale e di mercato e presidente di Eumetra MR.