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Risparmiare fino a 3.400 euro per fare la spesa, la mappa di Altroconsumo

Famila Superstore, Bennet e Carrefour sono tra gli ipermercati e i supermercati dove si risparmia di più mentre In’s e Lidl brillano tra i discount. Sono queste le catene risultate più economiche nel corso delle rilevazioni dell’ultima annuale inchiesta di Altroconsumo sulla convenienza delle insegne in Italia, nata con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di prezzo dei supermercati per aiutare il consumatore a scegliere il punto vendita in cui fare la propria spesa e contribuire alla trasparenza e alla competitività del mercato.

Spesa più economica: il discount meno caro dell’indagine

Se si vuole risparmiare il più possibile, i discount restano la scelta migliore (e le loro vendite sono difatti aumentate molto in questi anni di inflazione elevata). Il discount più economico è Lidl, mentre nel 2023 il vincitore era stato In’s, che comunque resta abbastanza alto in classifica nel 2024, anche se con prezzi a + 4% dalla vetta.
Bene anche in questa graduatoria Eurospin, mentre Penny Market si fa notare di nuovo in negativo invece: nel 2023 aveva prezzi più alti del 4% rispetto alla più conveniente dell’indagine per i prodotti meno cari, quest’anno si arriva al +12%, con costi simili a quelli del primo super in classifica, Esselunga.

Dalla spesa mista a quella di marca: dove si risparmia di più

Considerando una “Spesa mista”, con tutti i tipi di prodotto, tra iper e super, la catena più conveniente dell’indagine è Famila Superstore. Conad e Pam seguono a una certa distanza con prezzi rilevati più alti del 4%. Penultimo e ultimo posto, invece, per Bennet e Carrefour Market (a +10% e +11%).

Bennet, una catena di iper diffusa nel Nord-Ovest, conquista la vetta di quello di marca più economico. In generale, però, c’è da dire che per la spesa di marca non emergono grandi possibilità di risparmio tra insegne: i punteggi ottenuti dalle catene nelle nostre classifiche sono spesso uguali o molto vicini, al contrario di altri tipi di spesa su cui, invece, si può risparmiare di più tra una catena e l’altra.

Iper e super puntano sui prodotti con il loro marchio per contrastare l’avanzata dei discount. Per questo tipo di prodotti è, a sorpresa, Carrefour l’insegna in cui abbiamo rilevato i prezzi meno cari dell’indagine; l’anno scorso era solo sesta.

Quanto può risparmiare in un anno una famiglia

Secondo i dati Istat del 2023, una coppia con 2 figli, che spende mediamente 9.128 euro l’anno, può arrivare a risparmiare fino a 3.400 euro acquistando i prodotti in assoluto più economici in vendita nel discount più conveniente dell’indagine per questo tipo di spesa. Ma anche un single può ottenere un risparmio significativo di 2.100 euro su una spesa media annuale di 5.548 e in entrambi i casi si tratta di un risparmio di oltre il 35%.

L’indagine inoltre rivela che nei 12 mesi da marzo 2023 a marzo 2024 i prezzi nei punti vendita presi in esame hanno mostrato mediamente aumenti contenuti e in alcuni casi quasi nulli.
La tipologia di punto vendita che ha aumentato maggiormente i prezzi sono i super con un incremento dell’1,74% seguiti dagli Iper +1,6%. Chiudono i discount che, con lo 0,25% di aumento, praticamente non hanno variato i prezzi.

 

In quale regione si risparmia di più 

L’indagine di Altroconsumo inoltre ha calcolato anche la spesa annua per regione considerando la spesa media delle famiglie italiane al supermercato (Istat, 2023) e i prezzi rilevati in tutti i punti vendita visitati.

Il Trentino Alto-Adige, a sorpresa, è la regione più economica dell’indagine, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Calabria e Toscana. Le più care sono Valle d’Aosta, dove si spende il 16% in più della regione più economica, Lazio (+10%), Umbria e Marche (+9%) ed Emilia-Romagna (+8%).

La spesa sul reddito pesa dal 12% al 14% nelle regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), cioè Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio. Mentre pesa dal 16 al 17% nelle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), cioè Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia. In quelle più povere, quindi, si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche.