Sono 1,32 milioni gli italiani (il 5,1% delle persone tra i 35 e i 74 anni) che hanno scelto il “fai da te” per gestire i propri risparmi. Questo segmento è composto dai risparmiatori che non si avvalgono di alcun referente per la gestione del proprio patrimonio finanziario e sono quindi del tutto autonomi nella selezione dei prodotti, nonché nel decidere il timing di acquisto, vendita o switch. Queste persone hanno confermato di avere una buona conoscenza della materia economico-finanziaria, una grande fiducia nella propria preparazione e competenza, una buona capacità di controllo delle emozioni che consente loro di affrontare anche prodotti ad alto profilo di rischio.
Il dato è emerso dalla ricerca dell’istituto Demia per conto di Assogestioni sul mondo dei risparmiatori fai da te, presentata al Salone del Risparmio. Lo studio ha preso in analisi un campione di 1.050 risparmiatori in possesso di un patrimonio mobiliare investito o investibile di almeno 30.000 euro, ovvero il 34,6% della popolazione del target 35-74 anni, e un campione di consulenti bancari e finanziari operanti in Italia. Nell’indagine sono state raccolte anche le risposte degli ex fai da te (rappresentativi di 1,91 milioni di persone), risparmiatori che, nella quasi totalità, hanno scelto nuovamente la consulenza in seguito a minusvalenze importanti, e coloro che non lo sono mai stati, ovvero persone che affidano da sempre la gestione del patrimonio ad uno o più consulenti.
Appassionati di finanza. Il 53% dei “fai da te” dichiara che il piacere di seguire personalmente i propri investimenti, insieme alla propria dimestichezza tecnologica verso App o internet banking (36%) e alle personali conoscenze in materia (33%), sono tra le principali motivazioni che li spinge a gestire da solo i propri risparmi. Inoltre, il 46% dei risparmiatori fai da te intervistati attribuisce alle nuove normative come la Mifid2 un ulteriore aggravio di burocrazia, già motivo di stimolo al fai da te. Motivazioni che si ribaltano per coloro che, invece, si affidano a un consulente: per il 42% dei rispondenti sono le insufficienti conoscenze in materia unite alla percezione della complessità dei mercati che richiedono conoscenza e costanza (34%) i motivi principali per affidare a un consulente per i propri risparmi.
Gli ex che hanno mollato il colpo. Tra gli ex risparmiatori fai da te il 49% ha dichiarato che i mercati sono sempre più complessi e che è necessario avere a fianco un esperto, il 32% sostiene di non essere in grado di calcolare in modo adeguato i rischi e, tra le risposte più referenziate, il 24% riconosce alla consulenza un valore aggiunto anche a fronte di un costo da sostenere.
Cosa spinge a cercare un consulente. Tra le principali leve potenziali per riavvicinare alla consulenza i risparmiatori fai da te spicca la competenza del professionista: il 42% ha dichiarato che potrebbe riconsiderarla qualora si rendesse conto di non essere abbastanza esperto, o se dovesse scegliere di investire in mercati sconosciuti (37%). A seguire vengono indicate la mancanza di tempo per dedicarsi al fai da te (25%), la necessità di pianificare nel medio-lungo periodo con gli strumenti più adatti (23%), le eventuali minusvalenze registrate (22%).
Professionisti a caccia di risparmiatori delusi. I consulenti bancari e finanziari, interpellati sulla fotografia emersa dalla ricerca, confermano per il 64%, che un risparmiatore fai da te potrebbe decidere di affidarsi ad un consulente perché̀ si rende conto di non essere abbastanza competente e aggiornato per continuare da solo, e per il 46% per poter pianificare nel medio-lungo periodo con gli strumenti più̀ adatti. Secondo il 45% dei consulenti, inoltre, il risparmiatore “fai da te” ricontatta il professionista dopo aver subito delle perdite e per il 34% per scegliere prodotti o investire in mercati che non conosce.
“I risultati dell’indagine – ha spiegato Diego Martone ceo di Demia – circoscrivono e quantificano un segmento di mercato che spesso sfugge alle analisi. Nonostante il possesso di alcune caratteristiche particolari, su tutte una grande fiducia nei propri mezzi, si registra, anche tra i fai da te, una convergenza nell’opinione comune a tutti i risparmiatori: per affrontare risparmio e investimenti non si può prescindere dalla competenza in materia e da una quantità di tempo da dedicare allo studio e all’aggiornamento. In assenza dei risultati attesi, la strada per recuperare è quella di rivolgersi ai professionisti del settore per una pianificazione finanziaria completa ed equilibrata, come anche dimostrato dalla presenza di un numero maggiore di ex risparmiatori fai da te rispetto a quelli che attualmente vi si dedicano”.