Gli italiani si dimostrano risparmiatori infedeli e sono pronti a cambiare intermediario. Così emerge dall’ultima edizione dell’EY EY Global Wealth Research Report che esplora, su 2.500 clienti dei gestori patrimoniali in oltre 20 Paesi inclusa l’Italia, i cambiamenti nelle aspettative dei risparmiatori sui servizi e modalità di relazionarsi con i propri wealth manager.
Risparmiatori infedeli: cosa guardano gli italiani
Ebbene, dalla ricerca EY emerge che la priorità per il 48% degli intervistati è salvaguardare il capitale e diversificare la propria ricchezza, mentre il 55% mira ad assicurarsi un reddito adeguato. Per raggiungere i propri obiettivi d’investimento, 2 risparmiatori italiani su 5 prevedono di spostare il proprio patrimonio verso un intermediario differente, dimostrandosi meno fedeli dei clienti europei (1 su 3). Le intenzioni di cambiamento riguardano però solo una parte del proprio patrimonio, circa il 30%.
L’indagine si sofferma sulla scelta del gestore da parte degli investitori italiani. Ebbene, l’ampiezza dell’offerta è il principale fattore di scelta del wealth manager per il 56% dei clienti italiani, mentre il 52% valuta prioritario l’eccellente track record di performance. Acquistano sempre maggiore importanza nelle scelte d’investimento la reputazione del brand (44% contro il 36% del resto d’Europa), la sostenibilità e l’inclusione.
Inoltre, il 71% considera rilevante le politiche di inclusione del gestore, una percentuale molto più elevata della media europea (48%). Sono soprattutto le generazioni più giovani (il 75% dei millennials) e i segmenti più abbienti (86%) a considerare l’importanza di questi aspetti.
Le scelte degli italiani da qui a tre anni
Le capacità digitali del gestore sono apprezzate dagli investitori italiani più che da quelli europei: secondo l’indagine EY, entro 3 anni il 39% dei risparmiatori (contro il 29% di oggi) si rivolgerà sempre di più a banche private specializzate per la gestione dei propri investimenti, mentre il 21% (rispetto all’8% di oggi) ricorrerà alle Fintech. Le banche retail, invece, sembrano avere una tendenza decrescente nelle preferenze dei clienti del nostro paese (20% nel 2024 rispetto al 35% di oggi).
La pandemia ha accelerato l’uso delle tecnologie, una tendenza che proseguirà nel futuro. Ma oltre ad un’esperienza più digitale, i risparmiatori italiani desiderano un’esperienza personalizzata. Infatti, l’indagine EY rivela che il 76% dei clienti italiani è disposto a condividere i propri dati personali con il proprio wealth manager in cambio di un servizio più personalizzato e di una migliore user experience. A seguito della pandemia, tuttavia, il 36% degli intervistati, in linea con la media europea, si aspetta che il rapporto con il proprio gestore patrimoniale o consulente diventi meno personale dal punto di vista dell’interazione umana.