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Risparmiatori italiani e BTP: emissioni Italia, Futura e Valore a confronto

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Tutto pronto per una nuova emissione di Btp Valore. Il prossimo 2 ottobre partirà infatti una nuova e come sempre attesa emissione di Btp Valore, un’obbligazione della durata di 5 anni, che nei piani del Ministero dell’Economia e della Finanze (Mef) consentirebbe ai risparmiatori italiani retail di allocare in modo sicuro e con un rendimento redditizio i propri capitali.

Tuttavia, gli investitori dovrebbero anche essere consapevoli dei rischi associati a questo investimento (infatti non esiste nessun investimento privo di rischio), e in particolare facciamo riferimento ai rischi legati all’andamento di due variabili macroeconomiche che tengono banco da ormai un anno: tasso d’interesse e livello di inflazione.

In occasione di questa nuova emissione, può essere quindi utile fare un confronto tra le diverse emissioni di Btp che si sono susseguite negli ultimi anni nel nostro Paese, indicando caratteristiche, vantaggi, svantaggi e facendo il punto sul loro attuale valore di mercato.

BTP Italia, Futura e Valore: funzionamento e differenze

Come sappiamo i titoli di Stato sono strumenti da sempre molto apprezzati dai risparmiatori italiani. Tuttavia, dietro le apparenze e le tanto decantate (anche per ragioni di marketing) sicurezze di rendimento, si celano sia rischi che opportunità ed quindi è bene che ogni investitore capisca nel dettaglio il funzionamento e le variabili che possono impattare su questi strumenti.

In primo luogo va ricordata la dinamica fondamentale che gli investitori devono comprendere quando si parla di titoli di Stato, ovvero il rapporto tra prezzo e rendimento dei titoli obbligazionari.

In estrema sintesi, il rendimento di un titolo di Stato è inversamente proporzionale al suo prezzo.

  • Il prezzo di un titolo di Stato varia in base alle fluttuazioni del mercato e, in particolare, alle variazioni dei tassi di interesse. In tal senso, se i tassi di interesse salgono (come è successo nell’ultimo anno con la Bce che ha portato il tasso di rifinanziamento principale dallo 0% al 4,5%), il prezzo dei titoli di Stato tende a diminuire, e viceversa. Questo fenomeno è noto come rischio di tasso di interesse.
  • Il rendimento di un titolo di Stato è il reddito generato dal titolo in rapporto al suo prezzo corrente, e come dicevamo, quando il prezzo di un titolo scende, allora aumenterà il suo rendimento e viceversa. In tal senso, il rendimento di un titolo di Stato aumenta quando i tassi di interesse salgono, mentre tenderà a diminuire quando i tassi scendono.

Inoltre, è importante ricordare anche che i titoli con le scadenze più lunghe sono generalmente più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, il quale può influenzare il loro prezzo in modo più significativo rispetto ai titoli con duration di più breve durata.

Questa relazione tra prezzo e rendimento e alcuni fattori che abbiamo elencato (come la scadenza) sono cruciali per prendere decisioni di investimento informate, tuttavia dobbiamo tenere presente che poi ogni emissione di Btp Valore, Futura e Italia ha le proprie specificità. Ad esempio una di queste peculiarità è l’inflazione il cui livello come vedremo viene tenuto in considerazione per il calcolo delle cedole in alcuni di questi titoli obbligazionari.

In ogni caso, le successive decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea influenzeranno i tassi di interesse e, di conseguenza, il rapporto tra prezzo e rendimento dei titoli di Stato.

BTP Valore

Partiamo dal descrivere le caratteristiche dell’ultima famiglia emessa di titoli di Stato italiani dedicata ai risparmiatori retail: i Btp Valore che tornano settimana prossima dopo il successo (18 miliardi di raccolta) della prima edizione di giugno di quest’anno.

Queste sono obbligazioni che hanno una durata di 5 anni, rendimenti trimestrali prefissati crescenti nel tempo in base ad un meccanismo “step up” (che verranno comunicati il 29 settembre) e un extra premio finale di fedeltà per coloro che lo acquistano durante il periodo di collocamento (2-6 ottobre) e lo detengono fino a scadenza, nel 2028.

Sostanzialmente quindi i BTP Valore funzionano come gli altri titoli a capitale garantito, e quindi prevedono il rimborso dell’intero capitale investito, con il rendimento che è dato dal tasso fisso della cedola e dalla differenza tra il prezzo di emissione e quello di rimborso.

Su questi titoli obbligazionari il maggior rischio (come per le obbligazioni tradizionali) è dato dal rischio di tasso di interesse, in quanto se i tassi di interesse salgono, il prezzo di questi Btp Valore può diminuire (riducendo così il valore di mercato del titolo), aumentando di conseguenza il rendimento e viceversa.

Al 27 settembre 2023, il Btp Valore emesso a giugno di quest’anno con scadenza giugno 2027 (ISIN IT0005547390), al momento quota 98,48 euro, mentre il suo valore nominale è di 100 euro. Ciò significa che un investitore che lo avesse acquistato in fase di collocamento se dovesse rivendere l’obbligazione sul mercato perderebbe l’1,52% per ogni strumento acquistato.

BTP Italia

I BTP Italia sono obbligazioni nate per fornire agli investitori una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in Italia. Questi titoli hanno una scadenza a 5 anni, 6 o 8 anni e sia le cedole (pagate semestralmente), che il capitale (la cui rivalutazione viene anch’essa corrisposta semestralmente), sono indicizzate e rivalutate in base all’inflazione italiana.

Grazie all’indicizzazione all’inflazione, questi titoli offrono una protezione contro l’erosione del potere d’acquisto, con il rendimento effettivo che sarà influenzato dalla crescita dell’inflazione.

Al 27 settembre 2023, il BTP Italia con scadenza marzo 2028 (ISIN IT0005532723) ha una quotazione di 98,5 euro, mentre il suo valore nominale è di 100 euro. Ciò significa che se un investitore lo avesse acquistato in fase di collocamento a 100 e lo volesse rivendere ora sul mercato, allora subirebbe una perdita di circa l’1,5%.

BTP Futura

Il BTP Futura è stato introdotto per attrarre i risparmiatori a lungo termine (scadenza 8, 10, 12 e 16 anni) offrendo rendimenti crescenti nel tempo. Le cedole anche in questo caso sono pagate semestralmente e crescono nel tempo in base ad un meccanismo “step up”, con rendimenti minimi prefissati.

I Btp Futura sono stati emessi soltanto tra il 2020 e il 2021 (“futura” proprio perché sono pensati come formula di tutela del risparmio capace di sostenere anche il “futuro del Paese”) e sono legati alle performance dell’economia italiana.

Ecco che per gli investitori a lungo termine, come nel caso di Btp Futura, è essenziale considerare sia i rendimenti attuali che le prospettive future dei tassi di interesse da parte della Bce.

Scenario di vendita prima della scadenza

Ovviamente le sofferenze che stiamo registrando su queste classi di Btp fanno riferimento all’eventualità di vendita prima della scadenza. Ecco che in questo caso il valore di vendita sostituisce quello di rimborso e dunque l’investitore non avrai modo di ricevere quel rimborso a scadenza, oltre che di ricevere il premio fedeltà.

E quindi per evitare di incappare in possibili perdite di valore dell’investimento iniziale, sarebbe meglio mantenere in portafoglio i Btp fino alla scadenza in modo da ricevere anche il premio fedeltà. Tuttavia, questo non è un obbligo, infatti, in ogni momento e senza vincoli, l’investitore potrà sempre scegliere di rivendere sul mercato i propri Btp.

Ma cosa sta succedendo nel contesto attuale? In Italia il livello di inflazione è al 5,4%, mentre il tasso principale della Bce è al 4,5%. In questo contesto, gli obbligazionisti si aspettano maggiori rendimenti per acquistare titoli di Stato e sono disposti ad entrare sul mercato solo se i prezzi dei Btp sono più bassi rispetto al passato.

In conclusione, convengono questi Btp? Dipende da profilo di rischio, dalla durata che si vuole vincolare l’investimento e non da ultimo dalle aspettative di tassi di interesse e livello di inflazione. In ogni caso tutte e tre le tipologie di Btp sono interessanti quasi esclusivamente per chi intende detenere questi titoli fino a scadenza. In tal senso, gli investitori in Btp si impegnano a vincolare i propri capitali su un singolo asset e per una durata di medio-lungo periodo, ma non bisognerebbe dimenticarsi che sul mercato ci sono anche altre opzioni di investimento he permettono di investire con lo stesso orizzonte temporale e che potrebbero offrire rendimenti migliori.

I rischi per gli investitori obbligazionari

Anche gli investimenti in Btp presentano alcuni rischi per gli investitori. In primo luogo è doveroso ricordare il rischio di credito, ovvero il rischio che l’emittente dell’obbligazione (in questo caso il governo italiano) potrebbe ad un certo punto non essere più in grado di rimborsare il capitale e gli interessi.

Altro rischio degli investimenti in Btp è dato dal rischio di tasso d’interesse e quindi se quest’ultimi aumentano, allora come dicevamo il valore dei Btp potrebbe diminuire. Altro rischio è quello che il livello di inflazione continui a rimanere elevato e se dovesse superare le aspettative, allora i rendimenti reali potrebbero essere erosi.

Ma allora perché i risparmiatori italiani comprano a mani basse questi Btp? I risparmiatori sono attratti dai Btp grazie alla loro percezione di sicurezza, in quanto sono considerati sicuri e stabili, cosa non sempre vera in tutti i contesti di mercato.

Altro vantaggio dei Btp sono i benefici fiscali, infatti, anche per il Btp Valore si applica sul rendimento la consueta tassazione agevolata per i titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione, su cedole e premio fedeltà.