ROMA (WSI) – Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso nota l’ultima versione della Strategia Energetica Nazionale (SEN), che dovrà stabilire i criteri per l’approvvigionamento e la produzione di energia fino al 2020. Dopo la consultazione pubblica sul testo di legge, sono state parzialmente accolte alcune istanze degli ambientalisti, ma il fulcro delle iniziative previste resta il risparmio energetico.
La razionalizzazione dei consumi di energia elettrica porterà a un risparmio di ben 14 miliardi all’anno. L’obiettivo finale è accantonare risorse per calmierare le tariffe per gli utenti finali, che attualmente sono svantaggiati da prezzi più alti del 25% rispetto alla media UE. Le vie maestre per raggiungere questo traguardo sono la riduzione della dipendenza dai fornitori esteri, lo sviluppo della produzione da rinnovabili e coinvolgimento dei privati.
In particolare, gli approvvigionamenti dall’estero dovranno essere gradualmente ridotti, passando dall’attuale 84% del totale al 67%. Gli investimenti dei privati dovrebbero ammontare a circa 180 milioni di euro, da destinare anche alla diminuzione del 10% della quota di combustibili fossili, che oggi rappresentano l’86% dell’energia a disposizione.
Se da un lato si consumerà meno, insomma, dall’altro si consumerà meglio, grazie alla crescita delle fonti rinnovabili. Qui l’ambizione è molto alta: entro il 2020 il 20% dell’energia prodotta deriverà da fotovoltaico, eolico, biomasse o cogenerazione, più di quanto attualmente impongano gli standard europei. L’altro grande protagonista sarà il gas, per il quale l’Italia prevede di aumentare la produzione di 24 milioni barili di olio equivalente all’anno, con un investimento complessivo di 15 milioni di euro.
“Rispetto al documento messo in consultazione a ottobre, sono stati recepiti numerosi contributi. La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine per la crescita sostenibile del Paese”, hanno commentato i ministri Corrado Passera e Corrado Clini.
Non è dello stesso avviso, però, Legambiente, il cui responsabile energia, Edoardo Zanchini, ha affermato: “La Sen continua ad avere due punti deboli. Il primo è che mancano indicazioni pratiche sulle misure di sostegno. Il secondo è l’omissione sul carbone: la quota di energia da carbone sta crescendo. Senza una carbon tax che freni l’inquinamento e offra il volano economico per gli investimenti virtuosi la strategia rischia di produrre poco di concreto”.
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