Gli utili in forte aumento e una situazione generale positiva: è questo il tratto comune che emerge dai conti dei big del risparmio gestito italiani in questi primi nove mesi del 2023. A evidenziarlo sono i numeri dei risultati finanziari comunicati dalle aziende in questi giorni. Vediamo tutto nell’analisi.
La spinta di Fineco
Crescita sostenuta per FinecoBank, che ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con un utile netto record di 454,2 milioni di euro, in crescita del 50,1% rispetto ai primi nove mesi del 2022. I ricavi sono stati pari a 916,7 milioni di euro, +34% a/a, trainati dall’Investing (+5,6% a/a) grazie al crescente contributo di Fineco Asset Management e ai maggiori margini netti sul gestito, e dal Margine Finanziario (+95,1% a/a).
Le masse gestite di Fineco Asset Management sono pari a 29,1 miliardi di euro, di cui 18,6 miliardi relativi a classi retail (+25,7% a/a) e 10,6 miliardi relativi ai fondi sottostanti dei wrapper (classi istituzionali, +8,6% a/a). Procedono le attività collegate alla discontinuità strategica, che consentono a FAM di avere un maggior controllo della catena del valore.
In scia anche Mediolanum
Stesso andazzo eccellente anche per Banca Mediolanum, altra big italiana del risparmio gestito, che ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con un utile netto pari a 572,2 milioni di euro, in crescita del 52% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il margine di contribuzione è in aumento del 31% a 1.291,7 milioni di euro, mentre il margine operativo, pari a 731,3 milioni di euro, cresce del 51% rispetto ai primi nove mesi del 2022.
La banca spiega che la spinta dei ricavi ricorrenti è evidente innanzitutto osservando le commissioni nette, pari a 769,7 milioni di euro e in crescita del 4% anno su anno, risultato ottenuto grazie alla buona performance dei mercati finanziari nei primi 9 mesi dell’anno, ma anche attraverso il buon contributo della raccolta netta in prodotti di risparmio gestito.
L’accelerata di Anima
Anche Anima Holding ha registrato risultati finanziari positivi nei primi nove mesi del 2023. La compagnia ha terminato il periodo in esame con un utile netto di 96,27 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto agli 86,58 milioni ottenuti nei primi tre trimestri dello scorso anno. L’utile netto normalizzato (che non tiene conto di costi o ricavi straordinari e degli ammortamenti di intangibili a vita definita) è stato pari a 121,7 milioni di euro (+6%). Il margine di intermediazione è salito da 240,67 milioni a 254,73 milioni di euro, in conseguenza a maggiori interessi attivi.
Nei primi nove mesi del 2023 la raccolta netta di Anima Holding è stata positiva per circa 0,3 miliardi di euro (al netto delle deleghe di Ramo I); a fine settembre 2023 il totale delle masse gestite era pari a circa 184 miliardi di euro.
Corre anche Azimut
Bene anche i conti di Azimut. Il patrimonio totale medio nei primi nove mesi del 2023 è cresciuto del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si attesta a € 84,0 miliardi (€ 76,5 miliardi nei 9M 2022, al netto dei € 6,8 miliardi relativi al deconsolidamento di Sanctuary). Nello stesso periodo l”utile netto adjusted ammonta a € 348,9 milioni (rispetto a € 302,3 milioni del 2022), in aumento del 15%. Il totale delle masse gestite a fine ottobre 2023 raggiunge i € 57,8 miliardi; il dato comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato si attesta a € 85,7 miliardi (+9% da inizio anno), con un’incidenza del business internazionale del 47%. Nel segmento Private Markets, Azimut ha continuato il suo percorso di forte crescita con gli AuM cresciuti a € 7,8 miliardi (13x rispetto all’inizio del 2020) e una piattaforma che vanta oltre 60 prodotti tra le varie asset class al 31 ottobre 2023.
La posizione finanziaria netta consolidata a fine settembre 2023 risulta positiva per circa € 358,9 milioni, in crescita di € 104,3 milioni rispetto a giugno 2023. Questo dato si confronta con i € 293,1 milioni di fine dicembre 2022, tenuto conto del pagamento del dividendo per cassa di € 1,30 per azione e del dividendo relativo agli strumenti finanziari partecipativi per un importo totale di € 234 milioni. Inoltre, nei 9M 2023 sono state fatte acquisizioni e investimenti per circa € 141 milioni e versamenti per circa € 64 milioni per acconti d’imposta, contenzioso fiscale, bollo virtuale e riserve matematiche.