Risparmio gestito: febbraio leggermente negativo, investitori in fuga dall’azionario
Febbraio amaro per il risparmio gestito italiano che però regge. Nel mese che ha visto nella sua parte finale lo scoppio dell’emergenza coronavirus e, quindi, i suoi primi scossoni sui mercati finanziari, la raccolta netta è stata negativa per 406 milioni di euro, dopo -4,7 miliardi a gennaio, che incorporava l’uscita dal perimetro di 3 miliardi per una operazione infragruppo di Credem.
È quanto emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, in cui si spiega che patrimonio gestito è in ritirata a 2.292 miliardi, dopo il record di 2.321 miliardi raggiunto a gennaio, con masse per 1.115 miliardi nelle gestioni collettive (48,6%, da 1.134,6 mld) e per 1.177 miliardi nelle gestioni di portafoglio (51,4%, da 1.186,3 miliardi).
In fuga dai fondi azionari (-2,45 miliardi dopo -116 milioni) e dai flessibili (-2,24 miliardi dopo -2 miliardi), i risparmiatori si sono indirizzati su scelte ritenute meno rischiose, privilegiando i fondi obbligazionari (+1,47 miliardi dopo +8 milioni) e monetari (+1 miliardo dopo -694 milioni), pur continuando a mostrare interesse anche per i bilanciati (+695 milioni dopo +649 milioni).
I deflussi riguardano nuovamente i fondi comuni, che segnano -1,5 miliardi, dopo -2,3 miliardi a gennaio. Cresce, al contrario, l’interesse per i fondi chiusi, che registrano un aumento a +458 milioni, dopo +170 milioni.
Le gestioni di portafoglio tornano in territorio positivo con +658 milioni (dopo -2,5 miliardi), trainate dai mandati retail (+650 milioni dopo +267 milioni) , mentre gli istituzionali registrano +9 milioni dopo -2,8 miliardi a gennaio.
Sotto il profilo della nazionalità, i fondi di diritto italiano segnano una raccolta netta negativa per 361 milioni dopo -470 milioni a gennaio, mentre i fondi di diritto estero registrano deflussi per 1,2 miliardi dopo -1,8 miliardi.