I Piani individuali di risparmio (i cosiddetti Pir) sono stati un grande successo per ora a Piazza Affari, come dimostrano anche i rialzi di Borsa recenti delle small-cap, le quali hanno chiuso il gap e azzerato il ritardo accumulato nei confronti delle aziende quotate più attrezzate e maggiormente capitalizzate.
Gli ultimi dati comunicati da Eurizon mostrano una raccolta Pir in continua crescita. Grazie a cinque prodotti Pir compliant, la società di gestione del risparmio del gruppo Intesa Sanpaolo si sta confermando una delle società di gestione più attive e presenti nell’ambito dei Pir.
In un’intervista concessa a Milano Finanza-DowJones, Claudio Marchetti, responsabile Equity di Eurizon, ha spiegato lle caratteristiche principali dei prodotti offerti dal gruppo, soffermandosi anche sui benefici che questi strumenti hanno portato al mercato. L’esperto ha aggiunto che il segmento Aim Italia, tuttavia, ancora oggi nonostante la forte crescita dei volumi resta troppo piccolo per essere facilmente investibile da parte di investitori di grandi dimensioni come la stessa Eurizon.
“Al momento sono operativi cinque prodotti Pir, quasi tutti bilanciati. L’idea è che l’investitore tipo di questi prodotti possa avere profili di rischio differenziati”, afferma Marchetti.
“I prodotti sono Eurizon Progetto Italia 20, Eurizon Progetto Italia 40 e Eurizon Progetto Italia 70. I numeri rappresentano la componente azionaria del portafoglio. Nell’ambito della parte azionaria, ovviamente l’Italia è la parte importante e piano piano che cresce la componente equity aumenta anche la parte globale”, prosegue l’esperto, aggiungendo che “abbiamo, poi altri due prodotti Eurizon Pir Italia Azioni, che è un puro azionario visto che la componente equity è al 95% e Eurizon Pir Italia 30. In totale, quindi, abbiamo cinque prodotti che rispecchiano la normativa Pir, oltre a portafogli per clienti istituzionali, sui quali la raccolta è in costante crescita“.
“Il benchmark sulla componente azionaria dei fondi a piu’ alto profilo di rischio e’ costituito dal Ftse Italia Mid Cap per le Pmi che si affianca al Ftse Mib per l’esposizione sull’Italia e al MSCI World per la componente internazionale”.
Sono prodotti, come spiega sempre Marchetti, “gestiti da diversi team, con varie competenze sia nell’azionario che nell’obbligazionario. La modalità di gestione quindi è multi-team. Il tutto si fonda sulle nostre expertise, sull’attivita’ di stock picking e sulla capacità di generare valore nelle singole asset class“.
Secondo il responsabile dell’azionario dell’azienda di risparmio gestito di Intesa Sanpaolo “i Pir sono uno strumento molto utile al sistema Italia; per i risparmiatori in quanto prevedono un beneficio fiscale, ma anche per gli emittenti. È evidente che c’è stato un effetto rivalutazione dei corsi azionari per numerosi titoli e di compressione degli spread per la parte obbligazionaria. Non va neanche sottovalutato l’aspetto relativo ai mercati meno liquidi. L’Aim ad esempio ha incrementato in maniera importante i volumi, ma siamo ancora ben lontani da poter dire che si tratta di un mercato facilmente investibile per operatori di grandi dimensioni globali come noi”.
Infine sul recente rally delle Pmi quotate a piazza Affari e sulle valutazioni attuali, Marchetti spiega che “a questi livelli abbiamo chiuso la sottovalutazione. Uno degli effetti della normativa Pir è stato quello di portare nuovi flussi di capitale. Questo gap delle Pmi si è chiuso e ad oggi le small cap italiane trattano più o meno in linea con il resto del mercato. Non c’è più quello sconto, ma non siamo neanche a premio“.