Il risparmio gestito in Europa è concentrato in sei Paesi, dove si svolge quasi l’85% delle attività di gestione patrimoniale. Il Regno Unito è il più grande mercato europeo dell’asset management, seguito da Francia, Germania, Svizzera, Paesi Bassi e Italia. Così emerge dalla 14ma edizione dell’Asset Management Report, redatto ha pubblicato l’Efama (European Fund and Asset Management Association), che fornisce un’analisi approfondita delle recenti tendenze nel settore della gestione patrimoniale europea, concentrandosi su dove vengono gestiti i fondi di investimento e i mandati discrezionali in Europa.
Il risparmio gestito in Europa
Il rapporto di quest’anno contiene un’ampia sezione sul ruolo dei gestori patrimoniali nella promozione dell’ESG (anche nei mandati discrezionali), esempi concreti di come i gestori patrimoniali integrano l’ESG nell’analisi del debito sovrano e contribuiscono a finanziare progetti verdi attraverso investimenti in green bond, dati sui clienti dei fondi d’investimento e dei mandati discrezionali, un’analisi di McKinsey & Company sul futuro degli investimenti sostenibili e un contributo di Cerulli Associates sul modo in cui gli assicuratori europei si avvalgono di gestori patrimoniali terzi per orientarsi nel contesto degli investimenti e della regolamentazione.
Dal rapporto emerge che il totale degli asset under management (AuM) in Europa è cresciuto fino a 32,2 trilioni di euro alla fine del 2021. Lo scoppio della guerra in Ucraina, il forte aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse e il conseguente rallentamento della crescita economica hanno portato a un forte calo dei mercati obbligazionari e azionari nel 2022. Ciò ha comportato un calo stimato degli AuM totali a 28,4 trilioni di euro a fine settembre.
Inoltre, la quota dei fondi d’investimento sul totale degli AuM è aumentata costantemente fino a raggiungere il record del 56,6% alla fine del 2021. L’aumento della quota azionaria nell’allocazione del portafoglio dei fondi d’investimento, unito al forte aumento dei mercati azionari nel 2021, è la ragione principale di questa evoluzione. L’importo in essere dei titoli di debito e delle azioni quotate emessi in Europa e detenuti dai gestori patrimoniali europei alla fine del 2021 era stimato rispettivamente a 6.989 miliardi di euro e a 3.648 miliardi di euro. Infine guardando all’asset allocation nel periodo 2018-2021, la quota di azioni quotate nell’asset allocation dei gestori patrimoniali è aumentata dal 28,4% al 32,7%, grazie alla forte performance dei mercati azionari globali. Rispecchiando questa evoluzione, la quota delle obbligazioni è scesa dal 40% nel 2018 al 36,4% nel 2021.
Sul fronte ESG alla fine di settembre 2022, il patrimonio netto dei fondi obbligazionari e azionari sostenibili ammontava rispettivamente a 343 miliardi di euro e a 1.100 miliardi di euro, in base ai dati di Refinitiv Eikon e Morningstar Direct. La quota dei clienti retail è aumentata al 28% degli AuM totali nel 2021, in quanto le famiglie europee hanno riacquistato fiducia negli strumenti del mercato dei capitali. Sono inoltre degni di nota altri due trend: la quota in costante aumento di altri clienti istituzionali, come fondazioni, enti di beneficenza, holding o grandi aziende, e l’aumento dell’importanza dei clienti stranieri nella base clienti dei gestori patrimoniali europei. Il direttore generale dell’Efama, Tanguy van de Werve, ha commentato:
“Il 2022 è stato un anno difficile per i gestori patrimoniali e i loro clienti, poiché la guerra in Ucraina, il forte aumento dell’inflazione e l’inasprimento della politica monetaria hanno avuto un impatto molto negativo sui mercati finanziari globali. Ma le difficoltà attuali non devono farci perdere di vista il quadro generale e la necessità di sviluppare e integrare ulteriormente i mercati dei capitali europei e di sostenere la transizione verso la sostenibilità. L’industria europea del risparmio gestito rimane pienamente impegnata a svolgere il proprio ruolo nel perseguimento di questi obiettivi, aiutando gli investitori a raggiungere i loro obiettivi finanziari, incanalando i risparmi a lungo termine nell’economia e rispondendo alla domanda in rapida crescita di strategie ESG dedicate.”
Bernard Delbecque, direttore senior dell’Efama, ha aggiunto:
“Gli investitori istituzionali affidano circa il 30% del loro patrimonio a gestori terzi, mentre il resto è gestito internamente. Esiste quindi un enorme potenziale non sfruttato per i gestori patrimoniali, che possono aumentare la loro quota nel mercato istituzionale. L’aumento dei requisiti normativi, la necessità di sviluppare soluzioni di investimento ESG e di impegnarsi con le aziende per migliorare le loro performance ESG, l’aumento del costo dei dati di mercato, delle applicazioni di data analytics e di intelligenza artificiale, sono buone ragioni per ritenere che un gruppo crescente di investitori istituzionali si affiderà agli asset manager nei prossimi anni, per beneficiare delle economie di scala che si possono ottenere nel settore dell’asset management.”