L’articolo fa parte del lungo dossier “Impariamo ad investire” pubblicato sul numero di di giugno del magazine Wall Street Italia
Su quali risorse può contare l’Italia per accelerare la ripresa economica dopo il Covid-19? Mentre molto è stato scritto, giustamente, sul progetto di un piano europeo di prestiti e trasferimenti, non andrebbe dimenticata la tradizionale risorsa dormiente del risparmio italiano.
Risparmio privato, ovviamente, che rimane fra i più consistenti fra i Paesi avanzati – abbinato a livelli di debito delle famiglie inferiori alla media. Secondo i dati Abi pubblicati nel Monthly Outlook di giugno, a fine maggio si trovavano sui conti correnti bancari italiani 1.641 miliardi di euro in liquidità. In molti casi questo cuscinetto di risparmio è considerato come una garanzia sul fatto che le famiglie italiane potranno comunque consumare nonostante il rallentamento dell’economia.
Ma è bene considerare anche che una parte di questa liquidità potrebbe essere reindirizzata, in parte, sotto forma di investimento – contribuendo, in ultima analisi, a rimettere il denaro in circolo per sostenere l’impresa (o lo stato, che è un attore economico decisamente importante). In un certo senso i Piani individuali di risparmio si erano posti proprio questo obiettivo: attraverso consistenti incentivi fiscali il risparmio sarebbe stato indirizzato in particolari fondi focalizzati sulle imprese italiane, in particolare quelle di dimensioni più contenute.
Anche il Btp Futura in arrivo sui mercati sembra andare in questa direzione, promettendo ai risparmiatori più “fedeli”, quelli meno interessati a ottenere rendite di breve periodo vendendo il titolo prima della scadenza, varie agevolazioni: cedole crescenti e un extra rendimento noto, per l’appunto, come “premio fedeltà”. A ciò si aggiunge un prelievo fiscale ridotto, come per tutti i titoli di stato.
Come affermato nel numero di giugno di Wall Street Italia, mobilitare le risorse del risparmio italiano dovrebbe essere una priorità dal punto di vista politico, ma anche nell’ottica dell’interesse del singolo risparmiatore. La sicurezza della liquidità va commisurata alle proprie esigenze perché, comunque, implica con certezza una piccola ma costante perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione – cui si aggiungono i costi del conto corrente stesso.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del magazine Wall Street Italia