Dopo oltre tre anni dal referendum sulla Brexit, la Gran Bretagna torna oggi, 12 dicembre, alle urne. Si tratta del terzo voto in cinque anni, segue quelli del 2015 e del 2017.
I seggi sono aperti dalle 7:00 ora locale (le 8:00 in Italia) in 650 collegi elettorali tra Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord e si potrà votare fino alle 22:00 locali.
Il favorito è l’attuale premier Boris Johnson ed il suo partito conservatore, ma il suo principale sfidante, il laburista Jeremy Corbin, è ancora convinto di poterlo battere.
I primi exit poll, come da tradizione, saranno diffusi alle 22 ora locale (le 23 in Italia). Il conteggio dei voti, normalmente, dura fino alle 2 del 13 dicembre (le 3 nel nostro Paese). Il vincitore, se ce ne sarà uno, verrà proclamato quindi nelle prime ore del mattino.
In gioco il destino della Brexit
A recarsi alle urne saranno circa 45 milioni di cittadini britannici, chiamati ad esprimersi non solo sul governo del Paese ma anche sul destino della Brexit. Johnson spera di ottenere una netta maggioranza in modo da superare lo stallo parlamentare che gli ha impedito finora di far passare definitivamente l’accordo con l’Ue per la Brexit, che scade il 31 gennaio.
A giocare un ruolo fondamentale in questa tornata sarà proprio il sistema elettorale britannico. In Gran Bretagna si vota con l’uninominale secco: i seggi vengono assegnati ai candidati che si assicurano la maggioranza dei voti nel loro collegio (in totale ce ne sono 650 in palio). Il sistema elettorale inglese è infatti definito “first past the post”, cioè “chi arriva primo, vince”.
Si tratta di un maggioritario uninominale secco. In pratica, il candidato del singolo collegio che prende più voti vince il seggio in Parlamento.
Quindi non si tratta di una sfida sul numero di voti a livello nazionale, bensì di una competizione elettorale capillare e locale, composta di 650 piccole sfide che comporranno il Parlamento e la sua maggioranza. Per questo si tratta di elezioni imprevedibili, a maggior ragione quest’anno, con la Brexit.
Dai sondaggi, i Tory sono in vantaggio di una decina di punti sul Labour di Jeremy Corbyn, il quale potrebbe però cercare di mettere insieme una coalizione, in seguito alla quale rinegoziare in termini maggiormente “europeisti” l’intesa per la Brexit e poi sottoporla a un nuovo referendum.