Economia

Rite Aid presenza istanza di fallimento, la farmaceutica è nei guai

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Rite Aid si arrende. La catena di farmacie americana con sede a Filadelfia, Pennsylvania, ha presentato ieri richiesta di fallimento. La società si trova in una situazione difficile a causa di debiti e azioni legali, in particolare legate alla vendita di oppioidi, che coinvolgono anche le sue concorrenti CVS, Walgreens e Walmart. La società è giunta ad un accordo preliminare con alcuni dei suoi principali azionisti garantiti, per definire i termini di un piano di ristrutturazione finanziaria e permette di accelerare la sua trasformazione aziendale.

L’attuazione di questo piano porterà a una significativa riduzione del debito, oltre alla chiusura dei negozi meno redditizi. Parallelamente, ha nominato Jeffrey Stein come amministratore delegato e responsabile della ristrutturazione aziendale.

Ai sensi del Capitolo 11, Rite Aid ha ricevuto un impegno di 3,45 miliardi di dollari da parte di alcuni dei suoi finanziatori, un modo per fornire liquidità sufficiente per sostenere l’azienda durante tutto il processo di ristrutturazione.

Come Rite Aid è arrivata al fallimento

Rite Aid ha visto la sua nascita nel lontano 1962 come un modesto negozio di articoli da regalo. Tuttavia, nel corso di quasi vent’anni, questa azienda ha compiuto un notevole percorso di crescita fino a diventare la terza più grande catena di farmacie negli Stati Uniti. La sua rete commerciale si estende in modo imponente, contando attualmente oltre 2.000 punti vendita dislocati in ben 17 Stati.

Tuttavia, il recente quadro finanziario dell’azienda racconta una storia diversa. Nel trimestre fiscale più recente, Rite Aid ha registrato un fatturato di 5,65 miliardi di dollari, un calo significativo rispetto ai 6,01 miliardi dello stesso periodo nell’anno precedente. Ancora più allarmante è il risultato netto, che ha certificato una perdita di 306,7 milioni di dollari, equivalente a 5,56 dollari per azione. Un notevole peggioramento rispetto al 2022, quando la perdita era di 110,2 milioni di dollari (2,03 dollari per azione).

Di conseguenza, l’azienda ha aggiornato al ribasso le sue prospettive future, avvisando gli investitori di aspettarsi un’ulteriore perdita compresa tra 650 e 680 milioni di dollari per l’intero anno fiscale, che giungerà a conclusione alla fine di febbraio.

La dichiarazione di fallimento segna un crollo drammatico per un’azienda che un tempo dominava il panorama delle farmacie negli Stati Uniti. Nel 1998, il valore di mercato di Rite Aid si aggirava intorno ai 13 miliardi di dollari, un indicatore impressionante del suo prestigio. Tuttavia, al giorno d’oggi, la società ha subito un collasso finanziario così profondo da ridurre drasticamente il suo valore di mercato, che alla chiusura delle transazioni venerdì, era sceso a meno di 40 milioni di dollari.

Dal boom della pandemia ad oggi

Durante la pandemia, Rite Aid ha inizialmente beneficiato di un boom delle vendite poiché le persone al tempo fecero scorta di disinfettanti per le mani e prodotti per la pulizia e la bellezza. In un periodo di splendore per l’azienda, decidero di aprire più negozi in giro per il paese e tra i piani dell’azienda c’era quello di espandere il suo target ai clienti Millennial e della Gen X. Rite Aid ha visto così i suoi utili aumentare e le perdite ridursi.

Ma con il progredire della pandemia, sempre meno persone hanno iniziato ad andare in farmacia, riducendo le opportunità di Rite Aid di acquisire nuovi clienti. I protocolli di distanziamento sociale hanno portato a una stagione di raffreddore e influenza meno grave durante il primo inverno della pandemia, con conseguente forte calo delle attività dell’azienda relative a tosse, raffreddore e influenza.

I casi di abuso di oppiodi

La mazzata finale però sono state le controversie legali legate all’abuso di oppioidi, che hanno gettato un’ombra cupa sui risultati finanziari di Rite Aid. L’azienda, insieme ad altre importanti catene di farmacie, è stata oggetto di accuse riguardanti la vendita di farmaci a base di oppioidi senza adottare le adeguate precauzioni, contribuendo così all’aumento esorbitante dei casi di morti per overdose negli Stati Uniti a partire dal 1999. A marzo, il Dipartimento di Giustizia ha presentato una denuncia contro Rite Aid e le sue varie filiali affermando che la società aveva prescritto quantità eccessive di oppioidi che presentavano “evidenti, e spesso molteplici, problemi per la salute”. Rite Aid ha sempre negato queste accuse.

Queste hanno coinvolto anche nomi di peso come CVS, Walgreens, Walmart e Mallinckrodt, al punto che l’ultima ha dovuto dichiarare il proprio fallimento pochi giorni prima di Rite Aid, un segnale della profondità del problema. Queste controversie legali, oltre a minare la reputazione di queste aziende, hanno avuto un impatto significativo sulle loro finanze e sulla loro capacità di mantenere la solidità economica.