Mercati

Ritorna volatilità, scossa da rumor banche centrali

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ROMA (WSI) – Analizzando le condizioni generali del mercato non possiamo che prendere atto che: primo, la volatilità è estremamente ridotta e gli ampi range di prezzo sulla gran parte degli strumenti finanziari ne è prova lampante. Secondo, non si sono market mover di rilevanza dal punto di vista delle release programmate in calendario economico. Terzo, si stanno affacciando temi estremamente interessanti e di natura potenzialmente strutturale di cui è bene fare il punto.

BOJ, PBOC e RBNZ

Non è naturalmente un insieme di lettere da combinare per mettere insieme una parola di senso compiuto, piuttosto sono le sigle di tre importanti banche centrali dell’Oriente. Sul fronte nipponico, il Governatore Haruhiko Kuroda intervistato in seguito al G20 australiano dei ministri delle finanze, ha ribadito il forte commitment a proseguire sulla strada del Quantitative Easing (e qualitative naturalmente) fino a quando il target del 2% di inflazione non sarà raggiunto e non sarà reso stabile e sostenibile nel medio-lungo termine; intoltre, ed è bene riportare con chiarezza questo concetto, il banchiere centrale ha espresso favorevole alle politiche accomodanti ovviamente del suo paese e dell’Europa (definire accomodante la politica monetaria dell’Eurozona potrà sembrare un po’ forzato, ce ne rendiamo conto), al fine addirittura di mitigare l’azione di tapering della Federal Reserve.

In sintesi, e soprattutto da un punto di vista pratico ed operativo sui mercati, si traduce in un effettivo protrarsi e ampliarsi della massa monetaria in yen giapponesi all’interno del sistema che naturalmente continuerà a tradursi in una relativa debolezza della divisa e in un verosimile sostegno alle corporation del paese e quindi a sostenuti livelli del valore delle azioni. Spostandoci appena sui “cugini” cinesi, abbiamo assistito negli ultimi giorni ad indebolimenti significativi dello yuan cinese e questo, più che all’impatto sul trading dello yuan ancora estremamente limitato, potrà avere effetti ripercussivi dal punto di vista del quadro economico globale in cui la Cina è attore principale.

La People Bank of China, in relazione ad alcuni timori sulla crescita e sull’ultraespansione del settore del credito, avrebbe ritenuto il valore del reminbi vicino a quel punto che poteva essere destinato a progressivi apprezzamenti vicini al cosiddetto “trigger Point” (di cui non è ben noto il valore) di contagio verso altri mercati; inoltre, ed è una teoria molto plausibile, la PBOC starebbe di proposito introducendo alta volatilità per preludere a futura e vicina maggiore flessibilità nel valore dello yuan (ampliamento della banda di oscillazione). Ciò andrà monitorato perciò con grande attenzione, soprattutto per gli effetti che ciò potrà avere sul dollaro americano in quanto ancora unica grande valuta di riserva globale e sulle valute di paesi molto legati alla Cina come l’Australia.

In ultimo, ed è bene farne cenno, la Reserve Bank of New Zeland potrebbe rendersi protagonista di un sorprendente rialzo dei tassi per il quale il ministro delle Finanze neozelandese English si è espresso favorevole; vale la pena perciò, anche in questo caso, supervisionare il dollaro neozelandese in quanto possibile destinatario di flussi di liquidità in ottica di rendimento e perciò di carry trade potenziale.

La Fed

Veniamo naturalmente all’attore principale del mercato e cioè alla Federal Reserve. Se non più tardi di ieri commentavamo le parole del “falco” Fisher circa il fatto che il tapering dovrebbe e potrebbe procedere a ritmo di 10 miliardi ad ogni meeting dell’istituto centrale americano, ieri pomeriggio un altro membro, Tarullo, ha palesato preoccupazioni circa potenziali bolle sull’obbligazionario e soprattutto sull’azionario (se se n’è accorto adesso, quelli preoccupati siamo noi) paventando anche la possibilità di un rialzo dei tassi al fine di contenerle.

Questo, come visto ieri, ha portato ad un’immediata e volatile reazione del dollaro americano prontamente però svilita all’interno di un contesto appena più ampio di relativa debolezza del biglietto verde. La fiducia dei consumatori degli Stati Uniti è risultata al 78,1 ed inferiore alle aspettative di 80 dalla release di ieri e l’aggregato dei dati dell’economia di oltreoceano resta piuttosto debole (le condizioni climatiche hanno certamente influito), non lasciando ad ora intravedere grande spazio per rafforzamenti del greenback laddove il prossimo meeting Fed è ancora relativamente lontano. Come detto in apertura, i livelli dei percentili di volatilità delle opzioni scritte sui tassi di cambio restano molto ridotti e il calendario macroeconomico permane sostanzialmente scevro di market mover rilevanti, con eccezione per il Pil britannico delle 10,30 e il dato sulla Vendita di Abitazioni Nuove negli Stati Uniti. Ciò non rende agevole l’operatività nel momento in livelli tecnici sono andati a sporcarsi, i movimenti direzionali non partono, e la volatilità va a fiammate veloci e imprevedibili ed è spinta da dichiarazioni e rumours. Suggeriamo perciò l’attenzione minuziosa nello “stock picking”, cioè nella selezione accurata degli strumenti da tradare (alcuni quadri tecnici sono decisamente migliori di altri) e nello stop management, privilegiando perciò livelli di stop appena più ampi per evitare gli spike di volatilità con conseguenti lievi riduzioni della leva finanziaria adottata.

QUADRO TECNICO

EurUsd: la figura di riferimento resta ancora il canale rialzista tracciato a partire dai minimi di inizio mese. Continua ad essere tutt’altro che chiaro il quadro tecnico sul quale impostare l’operatività. Resta significativo il supporto a 1,3720, così come la resistenza a 1,3775 ed è bene concettualmente ricercare l’immissione di ordini di ingresso attorno a tali livelli prediligendo i limit entry con stop ad intervalli di “sicurezza” dai livelli sopracitati, aiutandosi con l’individuazione di aree (range di alcuni pip) attorno ad essi. Se il supporto dovesse cedere è verosimile che l’approdo non sia precisamente nell’area di 1,3685, ma intorno ad area 1,37, mentre va guardato all’1,38 su eventuali fiammate al rialzo.

UsdJpy: la figura di riferimento resta il canale rialzista anche qui tracciato dai primi giorni del mese di febbraio. L’area della media mobile esponenziale sul grafico giornaliero è ancora da ritenere una buona resistenza, delimitata da 102,70 e 102,50. Riteniamo discreta l’area di 102 per acquisti, considerando il buon rapporto rischio/rendimento e l’ausilio di una divergenza inversa rialzista tra prezzo e stocastico su time frame a 4 ore. Forti up movement al rialzo non vanno contemplati prima del superamento del livello di 102,90 (in ottica 103,40), mentre restano 101,70 e 101,35 i riferimenti di supporto.
EurJpy: anche qui ottima precisione del canale rialzista il cui disegno è partito, manco a dirlo, il terzo giorno del mese. Qui la media mobile esponenziale daily lavora bene da supporto dinamico e fa’ dell’area di 140 ancora un’ottima zona d’acquisto. 141 naturalmente la resistenza di riferimento, raggiungibile anche in questo caso con un buon pattern di divergenza inversa rialzista su time frame a 4 ore. 141,30 il target successivo. Discreti potrebbero rivelarsi eventuali stop&reverse sotto 140 in direzione di 139,45.

GbpUsd: la grande tecnicalità dimostrata dal cambio nei giorni scorsi è andata sporcandosi con i movimenti di ieri. La correzione dai massimi con approdo in area 1,66, 38,2% di Fibonacci del più recente movimento rialzista, era infatti molto precisa, per l’attesa di rotture sopra 1,6665 e 1,6695; ciò è avvenuto ma è stato svilito all’approdo a 1,6725. Ora siamo in piena e stretta congestione che potrebbe essere propedeutica a nuovi sviluppi bullish verso i livelli appena descritti (1,6740 il riferimento più importante) o, ed è bene essere pronti, a violazioni al ribasso di area 1,6660, verso la soglia di 1,66.
AudUsd: continua qui invece discretamente l’affidabilità dei livelli di prezzo. Preciso infatti il rimbalzo di questa notte in zona 0,8965 per la ripresa di area 0,90 e 0,9020. 0,9045 ora il target su cui poter operare in eventuale stop entry verso 0,9085. Il fallimento di rotture rialziste potrebbe dirottare l’operatività verso short per la ripresa di 0,90. 30/35 pips un buon range di riferimento a cui ambire in questo contesto tecnico.

Ger30 (Dax): canale rialzista da inizio mese la figura di riferimento. Area di 9.650/70 ottima zona di acquisto verso i massimi a 9.740 per messa di stop in pari e valutazione su possibili break verso 9.790. Vendite veloci sotto 9.650 in direzione 9.600 punti.

XauUsd (Oro): ottima la price action dell’oro con i massimi precedenti raggiunti in direzione, nell’ottica di target “finali” in area 1.360 dollari l’oncia. Perfetta la media mobile esponenziale sul 4 ore che transita sull’area di supporto di riferimento a 1.330 su cui poter ricomprare in caso di nuovo test del prezzo. 1.351 il primo target in senso rialzista. Per operatività veloce è suggeribile seguire il grafico orario e contemplare vendite sotto il pivot daily con target appunto a 1.330.

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