Mercati

Ritorno di fiamma tra hedge fund e titoli FAANG

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Ritorno di fiamma tra alcuni dei maggiori investitori e gestori di fondi hedge statunitensi e i titoli FAANG. Dopo averle scaricate lo scorso anno, nel primo trimestre i big della finanza Usa sono infatti tornati a fare incetta di azioni Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Alphabet, la società madre di Google.

È quanto emerge dalla documentazione “13F” appena depositata alla Sec americana dai grandi investitori e holding finanziarie Usa, che hanno l’obbligo di dichiarare le proprie posizioni azionarie entro 45 giorni dalla fine di ogni trimestre.

Tra gennaio e marzo, il fondo Tiger Global Management, gestito da Chase Coleman, ha incrementato la sua partecipazione di Facebook del 64,5% a 8,8 milioni di azioni  e allo stesso tempo ha aumentato la sua quota nella società di streaming Netflix del 42,8% a 2,1 milioni di azioni.

Buffett punta su Amazon

Stesso discorso per Soros Fund Management LLC, che a fine marzo aveva aperto una nuova partecipazione in Netflix, con 50.000 azioni, mentre T. Rowe Price ha comunicato di aver aumentato la propria partecipazione in Facebook del 19% a 107,9 milioni di azioni.

Anche il finanziere americano Warren Buffett, tradizionalmente poco propenso agli investimenti nel settore tecnologico, ha comunicato di aver acquistato per la prima volta azioni di Amazon: al 31 marzo deteneva 483.300 azioni della società di Seattle.

Si tratta di una partecipazione del valore di circa 860 milioni di dollari a quella data e che, se rimasta invariata da allora, vale oggi già oltre 900 milioni tenuto conto della performance borsistica del titolo a Wall Street. Buffett da tempo dice di essersi pentito di non aver creduto prima in Jeff Bezos, nei cui confronti nutre molta stima.

Il ritorno in voga di FAANG nel 2019 trova conferma anche nelle performance in Borsa delle società in questione. Due esempi per tutti: da inizio anno, Netflix ha segnato una crescita del 33% da inizio anno, nonostante il rallentamento dell’espansione degli utenti e la minaccia del prossimo servizio di video streaming di Walt Disney.

Più sostenuti i rialzi di Facebook che, da gennaio, ha registrato un aumento di oltre il 40%.