Dopo il debutto di ieri di €STR (Euro Short-Term Rate), una nuova rivoluzione si avvicina sul sul fronte dei tassi di riferimento del mercato interbancario, quelli che governano decine di miliardi di transazioni dai contratti interbancari ai mutui per l’acquisto della casa.
A partire dal 2022, per il calcolo dell’Euribor, il tasso sul quale si calcola la rata dei mutui variabili, si passerà da un meccanismo basato sulla comunicazione telefonica tra una ventina di banche di un panel europeo, a un calcolo basato sugli scambi effettivi.
Trattandosi di un cambio di metodo di calcolo e non di una vera e propria sostituzione del tasso, per i mutuatari non dovrebbe essere necessario aggiornare i contratti in vigore: il loro contratto continuerà ad essere agganciato all’Euribor (la maggior parte segue quello a 3 mesi mentre una quota più ridotta è agganciata all’indice mensile).
Sotto l’aspetto pratico, inoltre, le differenze di valore fra i vecchi e i nuovi tassi che emergono dai test sembrano minime (in media comprese fra 1 e 5 punti base) e a favore dei mutuatari.
“Si tratta di millesimi rispetto a quello che è il livello attuale”, ha spiegato Roberto Anedda di MutuiOnline al quotidiano la Repubblica. “Non si aspettano dunque grandi impatti sui sottoscrittori del mutuo”. Che, anzi, potrebbero guadagnare in trasparenza: “Il nuovo Euribor sarà probabilmente più stabile e veritiero, sarà un tasso più affidabile. Non esporrà chi avrà i mutui a tasso variabile a repentini sbalzi dei valori e offre una maggior certezza sul lato della determinazione dell’indice”.