Alla fine, il nome che circolava da giorni si è rivelato quello giusto: è stata confermata la nomina a ministro dell’Economia per il democratico Roberto Gualtieri, europarlamentare dal 2009 e attuale presidente della commissione sugli Affari economici e monetari dell’Unione europea.
Classe 1966, Gualtieri ha una formazione non di tipo economico. Si tratterà quindi del ritorno di un “non tecnico” al dicastero dell’Economia. E’ la prima volta che accade dal 2011 quando l’incarico di Via XX Settembre fu affidato a Mario Monti.
L’esperienza a Bruxelles come uomo dei negoziati
Professore di Storia contemporanea all’università La Sapienza di Roma, Gualtieri è anche vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci, nonché membro della Direzione nazionale del Partito democratico. La sua esperienza economica deriva in primo luogo dal lavoro parlamentare svolto a Bruxelles, dove il neo ministro dell’Economia ha avuto posizioni di prima linea, con il gruppo socialista, sui negoziati svolti in vista della formazione del Fondo salva-stati (Esm) e, nel 2011, nella discussione del Trattato sul Fiscal Compact. Nel corso della sua seconda legislatura, poi, Gualtieri è stato membro del Brexit Steering Group presieduto da Guy Verhofstadt, la delegazione parlamentare incaricata di seguire i negoziati sulla Brexit.
In qualità di presidente della commissione Affari economici, Gualtieri si è poi occupato in prima persona di un altro tema scottante che riguarda da vicino i risparmi degli italiani: il completamento dell’Unione bancaria. Tre anni fa Gualtieri aveva espresso in modo chiaro le sue posizioni in materia, e aveva commentato il bail-in (guarda il video qui sotto).
Se il background accademico, dunque, non è propriamente quello dell’economista, Gualtieri porterà in dote a Via XX Settembre una fitta e consolidata rete di conoscenze a Bruxelles, oltre che un’approfondita confidenza con i processi decisionali della macchina politica europea. Non è un caso che la presidente designata della Banca centrale europea e attuale presidente uscente dell’Fmi, Christine Lagarde abbia subito salutato con favore l’incarico assegnato a Gualtieri:
“Un bene per l’Italia e per l’Europa”.
Un ministro vicino all’Europa
Con la nomina di Gualtieri all’Economia, la distanza rispetto alle posizioni euroscettiche accarezzate dal governo gialloverde non potrebbe manifestarsi in modo più ampio. Roberto Gualtieri ha infatti avuto modo di confrontarsi, duramente e in molteplici occasioni, con uno degli esponenti più in vista della Lega, Claudio Borghi, che sarebbe poi stato eletto a capo della Commissione Bilancio della Camera (Nel video uno dei confronti sugli schermi di La7). Per questo, il via libera del M5s sulla sua figura non può che testimoniare la metamorfosi “europeista” del Movimento di Beppe Grillo.