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Roger Dubuis: orologeria 4.0

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Il nuovo ceo di Roger Dubuis svela i suoi progetti per il marchio ginevrino che osa distinguersi

A cura di Margherita Calabi

Un comunicatore carismatico con una creatività sfrenata e un’irresistibile passione per le nuove tecnologie: Nicola Andreatta, ceo di Roger Dubuis da dicembre 2018, è un imprenditore visionario nel campo degli orologi di lusso.
A Wall Street Italia racconta la sua nuova visione per la Maison ginevrina, di proprietà del gruppo Richemont, che oggi è l’emblema della contemporaneità.


Nicola Andreatta, ceo di Roger Dubuis

Cosa vuole dire per Roger Dubuis la parola ‘avanguardia’?
“Vuole dire essere un passo avanti agli altri, sperimentare, mantenendo sempre un fil rouge con il DNA della Maison”.

Qual è l’orologio più iconico del marchio? E il suo preferito?
“L’orologio che preferisco è sempre il prossimo, quello che esprimerà la mia interpretazione di ciò che è Roger Dubuis. La mia indole è quella di innovare, tendo a non innamorarmi di quello che ho già fatto, mi piace lavorare su quello che verrà. Il modello più iconico è senza dubbio Excalibur, in tutte le sue declinazioni.
Vogliamo concentrarci su questa collezione e stiamo lavorando a un nuovo design della cassa originale. Abbiamo tirato molto le linee e lavorato su superfici più nette”.


Excalibur Huracán Spider Carbon 3 con cassa scheletrata in carbonio multi-strato

Oltre a una passione per le nuove tecnologie è un amante degli sport estremi. Come concilia questi due interessi?
“Vivo di emozioni e di adrenalina. Ho fatto il pilota acrobatico, ho corso in macchina, ho un brevetto di paracadutismo e uno di parapendio. Il mio sport preferito è il windsurf. Il tempo a disposizione purtroppo è poco, ma gli sport estremi rimangono una grande passione”.

Qual è la sua visione del brand oggi?
“La mia famiglia opera nel mondo dell’orologeria da tre generazioni. Roger Dubuis mi ha sempre affascinato: è una Maison con moltissime sfaccettature, nata dall’incontro di due genialità, un orologiaio eccezionale che veniva dal mondo di Patek Philippe e un creativo altrettanto eccezionale.
È un marchio che si è evoluto in maniera singolare rispetto all’universo dell’alta orologeria e avevo necessità di capire la sua storia. Ho studiato molto, in dieci mesi ho girato tutte le boutique del brand, parlando con chi si interfaccia regolarmente con il cliente Roger Dubuis. Oggi ho cominciato a impostare e a cambiare quello che è stato: non stravolgerò le cose, lavoreremo piuttosto su alcuni dettagli”.

Excalibur Spider Pirelli con cassa scheletrata e corona in titanio DLC nero rivestita di caucciù blu

Può farci qualche esempio concreto?
“Negli ultimi anni ci siamo focalizzati molto sul mondo del motorsport, creando partnership eccezionali con Lamborghini e Pirelli, che portiamo avanti con successo. Ci siamo concentrati molto sull’estetica del nostro prodotto e meno sulla legittimità che abbiamo nel mondo dell’alta orologeria. Roger Dubuis si è occupata delle complicazioni più importanti che esistono, dai calendari perpetui alle ripetizioni minuti fino ai doppi tourbillon. Ora stiamo ricominciando a lavorare sull’evoluzione di questi calibri”.

Con Lamborghini avete creato un oggetto che costa quasi più dell’automobile in sé. Quali saranno le vostre prossime collaborazioni?
“Vogliamo dare al brand una dimensione più ‘culturale’. In questi mesi abbiamo cercato di chiarificare il nostro messaggio che oggi si identifica nella parola ‘eccesso’. Questo termine riassume il mondo di Roger Dubuis alla perfezione. L’idea è quella di trovare nuove collaborazioni in un universo di mondi affini: nel cibo, nel vino, nel cinema, nell’arte”.

Quali sono i mercati più forti?
“Non ci focalizziamo su un mercato specifico: dobbiamo saper gestire le nuove dinamiche di persone che oggi comprano a Dubai, domani a New York. Il nostro cliente è un globe-trotter, un’edonista che vive in un mondo meraviglioso, ha casa a New York, passa l’estate in Costa Azzurra o a Porto Cervo e d’inverno scia a Megève o a Sankt Moritz. È una persona che vuole la massima eccellenza tecnica”.

Boutique nel mondo: quali saranno le prossime aperture?
“Contiamo 25 boutique nel mondo. Abbiamo inaugurato da poco la nostra seconda boutique a Singapore e una boutique a Chengdu, seguirà Parigi e a fine anno trasferiremo la boutique di Dubai a un nuovo indirizzo, questo diventerà lo spazio Roger Dubuis più grande al mondo”.


Excalibur Huracán con cassa scheletrata e corona in titanio

Qual è la sfida più grande oggi?
“L’obiettivo più ‘complicato’ è quello di bilanciare l’esclusività – e quindi un prodotto molto sofisticato in edizione limitata – con la visibilità del brand. Parlando di qualità, la sfida è quella di riuscire a combinare la classica tradizione orologiaia a una tecnologia all’avanguardia. Grazie a macchine avanzatissime stiamo raggiungendo dei livelli eccezionali per la lavorazione degli orologi, senza dimenticare che nella nostra produzione di Ginevra ogni singolo componente dev’essere rifinito a mano”.

Qual è la produzione orientativa massima di Roger Dubuis?
“Parliamo di poche migliaia di pezzi all’anno. Questo non aumenterà: la nostra scelta è quella di continuare a realizzare un prodotto unico, che richiede tempi lunghissimi di sviluppo e produzione”.

Molti dei vostri competitor giocano sui materiali innovativi e brevetti, oltre che focalizzarsi sulle caratteristiche e sul calibro dei loro orologi. Quali sono le vostre novità?
“Roger Dubuis è un ‘serial innovator’. Il prossimo anno nascerà un nuovo polo all’interno dell’azienda per stimolare le idee e la ricerca. Sarà un dipartimento senza posti assegnati, un’organizzazione 4.0 dove le persone potranno trovarsi a parlare, sperimentare, condividere le idee. Bisogna sempre avere nuove prospettive. Voglio sviluppare i materiali e il prodotto, ma vorrei vedere anche un’accelerazione e una crescita in tutto quello che ruota intorno al brand”.

Nato nel 1995, Roger Dubuis è uno dei marchi più giovani dell’orologeria di lusso. Questo è un limite o un’opportunità?
“La considero un’opportunità: abbiamo uno story-telling limitato, ma possiamo permetterci di dire che Roger Dubuis è un marchio sempre nuovo.
Il nostro heritage è il futuro: questo è un concetto un po’ ossimorico, ma rende perfettamente l’idea. Dobbiamo guardare avanti. Abbiamo un gioiello che dev’essere ancora del tutto scoperto”.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di novembre del magazine Wall Street Italia.