Sui mercati “ci sono gestori piú piccoli e più grandi, esteri ma anche italiani che in questo momento sono molto attenti e molto preoccupati dalla condizione di incertezza politica che connota la congiuntura italiana, che non è una novitá perché anche altri Paesi hanno attraversato momenti di transizione tra un Governo e un altro, anche lunga, e anche in quel caso i mercati sono stato attenti”.
Cosí il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, in un’intervista a Radio24, che rassicura:
“Fino a questo momento non abbiamo visto segnali quantitativi precisi di preoccupazione; c’è l’idea che certo l’Italia attraversa un momento delicato di passaggio politico ma questo ancora non si traduce, e speriamo non si traduca mai, in riflessi di vendita, di vendita di titoli di Stato pubblici in particolare, di vendita dell’Italia questo ancora non c’è, non vediamo segnali di nessun tipo”.
Ma aggiunge:
“Ovviamente è una situazione precaria, da un momento all’altro chi ha in mano questi titoli di debito potrebbe decidere che l’Italia non merita fiducia e potrebbe decidere di vendere, vendere, vendere. Questo è un rischio sempre presente e più acuto adesso”.
E sull’ipotesi di vendere l’oro di Bankitalia per ridurre il debito, Rossi ritiene quest’ultima una strada non solo non praticabile ma nemmeno efficace.
“Innanzitutto per ragioni pratiche: parliamo di 90 miliardi di euro quando il nostro debito pubblico è intorno a 2.300 miliardi. E, al momento, giuridicamente impossibile. C’è un accordo internazionale tra le banche centrali, che prevede che le vendite siano razionate, dunque ne potremmo vendere per poche centinaia di milioni alla volta. Nei fatti non si risolverebbe il problema del debito pubblico e daremmo un pessimo segnale al mondo dove la vendita di oro da parte di un Paese darebbe il segnale di un gesto disperato”, ha detto concluso.