Un vero e proprio successo la rottamazione delle cartelle esattoriali secondo i dati snocciolati dal numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Gli incassi nel 2017 sono andati oltre le aspettative per 1,4 miliardi, dice Ruffini nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze, grazie soprattutto anche a chi ha saldato tutto in un’unica soluzione. Gli introiti dello scorso anno arrivano così a 6,5 miliardi portando il gettito totale atteso da 7,2 a 8,2 miliardi di euro. E quest’anno come sta andando? Molto bene a quanto pare visto che solo nei primi 5 mesi del 2018 sono già stati incassati 734 milioni.
In sostanza dalla prima rottamazione lo Stato riceverà nelle sue casse 8,2 miliardi di euro, 1 miliardo in più di quanto preventivato. Poco più di un contribuente su 2 (il 56%) di chi ha fatto domanda di definizione agevolata delle cartelle con importi oltre 100mila euro ha poi effettivamente “aderito con un pagamento” alla rottamazione dice Ruffini.
Per la rottamazione bis invece sono state presentate circa 950mila istanze per oltre 4 milioni di cartelle. L’importo da pagare, al netto della quota condonata, è di circa 9 miliardi, su un valore complessivo di 14 miliardi. Il totale dei carichi residui da riscuotere affidati prima a Equitalia e poi all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 2000 al 2017 è di 871 miliardi, ma di questi 360,5 miliardi (oltre il 41%) è riferito a importi difficilmente recuperabili perché dovuti da soggetti falliti, da persone decedute e imprese cessate o ancora da soggetti nullatenenti. Per altri 47,8 miliardi la riscossione è sospesa per l’adesione alla rottamazione o per “provvedimenti di autotutela emessi dagli enti creditori o sentenze”.
Insomma i dati dimostrano che la rottamazione piace ma per piccoli importi: i grandi evasori, quelli che hanno debito con il fisco molto alti, che superano i 100mila euro non pagano. Come penserà di recuperarli il Governo?