Mercati

Rublo sotto attacco. Crollo petrolio, si teme per finanze Russia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Proseguono le vendite scatenate sul rublo, che ha testato il minimo sull’euro dalla creazione della moneta unica nel 1999. Per la prima volta il rapporto euro/rublo ha superato di fatto la soglia di 54. Il minimo è arrivato dopo il collasso dei prezzi del petrolio. In particolare le quotazioni del Brent crude sono crollate dal massimo di giugno a $115 a circa $86. La flessione ha avuto conseguenze piuttosto gravi per la Russia, che fa affidamento sugli introiti fiscali legali alle esportazioni di petrolio per finanziare le casse dello stato. Il Cremlino può osservare i suoi impegni solo con quotazioni di petrolio che oscillano attorno a $90 al barile. Un qualsiasi valore al di sotto implica che il governo deve o indebitarsi o tagliare i piani di spesa.

____________________________
di Mps Capital Services

SIENA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area Euro all’indomani dei risultati degli stress test si è registrato un rialzo dei tassi periferici a fronte di un calo di quelli core. Particolarmente penalizzati i titoli italiani che hanno sottoperformato quelli spagnoli sulla scia dei risultati degli stress test. Lo spread Italia-Spagna si è portato a 41 pb, minimo da febbraio 2012.

Ieri la BCE ha annunciato che la scorsa settimana sono stati acquistati 1,7 Mld€ di covered bond, un ammontare superiore all’attesa di mercato. Il membro della BCE Praet, durante un’intervista all’Echo, ha dichiarato che il rischio di deflazione è limitato e che non concorda con la probabilità di deflazione (30%) pubblicata dal FMI. Secondo Praet durante un lungo periodo di bassa inflazione esiste il rischio che shock economici possano portare a prezzi negativi, per questo l’Istituto rimarrà molto vigile e se necessario il consiglio, a voce unanime, è concorde nell’adottare ulteriori misure non convenzionali.

Deludente il dato sull’indice IFO di ottobre che ha registrato un calo superiore alle attese sia della componente corrente sia di quella prospettica, scesa ai minimi del 2012. Sul fronte aste, il Tesoro italiano oggi offrirà fino a 3,5 Mld€ di Ctz e Btp indicizzati all’inflazione europea 2024 e 2026 per continuare domani con 6,5 Mld€ di BOT a sei mesi. Il Tesoro ieri ha anche annunciato che giovedì offrirà tra 5,5-7,25 Mld€ di BTP a cinque e dieci anni, insieme alla riapertura del CCteu 2020. La Banca Centrale svedese in mattinata ha portato il tasso di riferimento allo 0% da 0,25% (vs attese di 0,10%), rinviando un futuro rialzo dei tassi a metà 2016 da fine 2015.

Negli Usa tassi in lieve calo in una giornata caratterizzata da volumi contenuti. Gli operatori mantengono un atteggiamento attendista in vista dell’esito della riunione Fed di domani. In questo caso osservati speciali saranno non solo la conferma o meno della fine del tapering ed il mantenimento dell’impegno a tassi fermi per un periodo considerevole di tempo, ma anche ogni riferimento alle aspettative di inflazione, che continuano a permanere su livelli storicamente contenuti intorno all’1,90% sul segmento decennale.

Sul fronte macro, l’ammontare di contratti preliminari per l’acquisto di case è risultato a settembre sotto le attese, aggiungendosi pertanto al flusso di dati spesso contraddittori su questo comparto. Oggi il calendario macro è piuttosto denso e tra tutti spicca il dato sulla fiducia dei consumatori di ottobre, anche se il vero mover rimane ovviamente la citata riunione Fed di domani. Sul fronte emergente, il presidente brasiliano Rousseff dopo la vittoria elettorale di domenica, ha annunciato che le prime decisioni del nuovo governo saranno indirizzate a misure di stimolo per l’economia.
Valute: seduta di ieri che ha visto un lieve deprezzamento del dollaro Usa vs le principali valute in un contesto di attesa per la riunione Fed di domani. L’euro/dollaro, nonostante la lettura negativa dell’indice Ifo, è riuscito a chiudere la sessione sopra area 1,27. Il lieve rialzo è probabilmente legato a ricoperture da parte degli speculatori in vista della Fed. Per oggi la prima fascia di resistenza si colloca a quota 1,2760. Lo yen si è rafforzato vs dollaro mentre ha perso leggermente terreno vs euro, con il cambio vs quest’ultimo che si sta posizionando sopra quota 137.

Sul fronte macro, da segnalare il secondo mese consecutivo di crescita per le vendite al dettaglio, segnale di una possibile ripresa graduale dei consumi dopo il forte calo registrato nel secondo semestre. Sul fronte emergente seduta piuttosto stabile per le principali valute del comparto ad eccezione di real e rublo che continuano ad essere penalizzati in misura marcata.

La valuta brasiliana ha infatti toccato nuovi minimi dal 2008 vs dollaro per effetto della reazione negativa degli operatori alla rielezione della Rousseff a presidente del paese. Il rublo, invece rimane sotto pressione per effetto del debole andamento del greggio che impatta negativamente sulla crescita del paese.

Commodity: avvio di settimana all’insegna della stabilità per l’indice generale GSCI ER caratterizzato da una certa divergenza al suo interno. Il comparto energia ed i metalli preziosi hanno chiuso poco sotto la parità (entrambi -0,2%) mentre i metalli industriali (0,5%) ed il settore agricolo (1,1%) hanno parzialmente recuperato le perdite di venerdì. Seduta volatile per il petrolio che dopo aver perso terreno nelle battute iniziali (il greggio WTI ha registrato un nuovo minimo da quasi 27 mesi sotto gli 80$) ha recuperato quasi per intero le perdite. Sul ribasso iniziale potrebbe aver pesato un report di Goldman Sachs che, analogamente ad altre banche d’affari, ha tagliato le stime sul prezzo del greggio (da 100$ a 85$ per il Brent nel primo trimestre 2015). L’oro continua ad oscillare intorno ai 1230$/oncia mentre tra le agricole gli acquisti hanno interessato in particolare soia e cereali. In calo di oltre il 2% zucchero e cotone.

Azionario: ieri le borse europee hanno chiuso in negativo con il listino milanese (-2,4%) in forte ribasso penalizzato dagli esiti degli stress test. Il ribasso delle borse europee è anche collegato al deludente dato relativo alla fiducia degli imprenditori tedeschi, risultata ben al di sotto delle attese. Vendite marcate anche sulla borsa spagnola (-1,4%) e tedesca (-1%). Tra i listini minori forte calo per quello greco (-3,3%), mentre la borsa portoghese ha chiuso in lieve ribasso (-0,8%). L’indice europeo Stoxx 600 (-0,6%) ha chiuso con un calo meno marcato grazie all’andamento contrastato a livello settoriale. Il settore peggiore del giorno è stato quello bancario (-1,7%), seguito da auto (-1,3%) e risorse di base (-1,2%), mentre i settori migliori sono stati quelli legati al tempo libero (0,6%) ed alimentare (0,5%).

In Italia il Ftsemib ha chiuso in pesante calo con volumi superiori del 60% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni a causa di elevati scambi sul settore bancario. Il ribasso ha comunque interessato anche altri importanti comparti. Ad esempio Finmeccanica (-2,5%), Enel (-1,4%) ed Eni (-2%) hanno chiuso in negativo. Questa mattina le borse europee mettono a segno un tentativo di rimbalzo nella fase di apertura dei mercati.

Negli Usa i listini hanno chiuso intorno alla parità in una giornata caratterizzata da volumi piuttosto contenuti, in attesa della riunione della Fed di mercoledì. A livello settoriale l’andamento è stato piuttosto contrastato con il comparto energia (-2%) e delle risorse di base (-2,1%) in forte ribasso. Il calo è stato marcato su alcuni titoli energetici come Halliburton e Nabors Industries (in calo di oltre il 6%) penalizzati dalla discesa temporanea del future sul greggio WTI al di sotto della soglia psicologica degli 80$/barile.

Fra i settori in positivo in evidenza le telecomunicazioni salite dell’1%. Nell’after hour forte calo di Twitter (circa il 10%) dopo la pubblicazione della trimestrale. Negli Usa la stagione delle trimestrali sta comunque proseguendo in modo positivo nel suo complesso. Secondo i dati di Bloomberg, finora l’80% delle società che hanno pubblicato le trimestrali ha battuto le stime sugli utili, mentre sul fronte ricavi la percentuale è del 60%.

Sul fronte emergente ieri l’indice MSCI EM (-0,7%) ha chiuso in calo penalizzato dal forte ribasso della borsa brasiliana (-2,7%) in seguito al risultato delle elezioni nel paese. Tracollo per il colosso energetico statale Petrobras (-12,3%) sul venir meno delle attese di rialzo dei prezzi dei carburanti nel paese dopo la vittoria della Rousseff. Vendite anche sull’Argentina (-2,5%), mentre hanno chiuso in positivo alcuni listini dell’Est Europa tra cui la Russia (1%).

In Asia questa notte si sono messi in evidenza le borse cinesi con i listini domestici in rialzo di oltre il 2% grazie ai segnali di aumento dei profitti aziendali ed al presidente Xi Jinping che ha segnalato maggiori zone commerciali di libero scambio. Andamento misto per gli altri listini con il Giappone in calo dello 0,4%. In rialzo l’India su attese di un’accelerazione delle riforme pro-crescita da parte del primo ministro Narendra Modi.

*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.