Roma – Camera approva proposta conflitto attribuzioni sul caso Ruby. Berlusconi: contro di me brigatismo giudiziario. Bersani: Italia umiliata. Franceschini: conflitto passa con 314 sì e 302 no, la quota 330 il premier se la sogna. Cicchitto: maggioranza tiene e si allarga. Tutto pronto a Tribunale di Milano per prima udienza. Ghedini: giudici faranno come sempre come vogliono. Pm: su intercettazioni premier stiamo ricostruendo.
Ora il processo va sospeso, i giudici non possono ignorare la volonta’ del Parlamento. Silvio Berlusconi ha commentato cosi’ con i suoi il voto dell’Aula della Camera sul conflitto di attribuzione sul ‘caso Ruby’. Il presidente del Consiglio alla vigilia del processo che si apre domani a Milano il premier ha sottolineato l’importanza del pronunciamento dell’Aula e, nei suoi colloqui privati, non ha rinunciato ad esprimere le sue opinioni sull”assalto’, a suo dire, in corso contro il governo. .
MAGGIORANZA TIENE, OK CONFLITTO ATTRIBUZIONE PER 12 VOTI – L’Aula della Camera ha approvato la proposta avanzata dalla maggioranza di sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sul caso Ruby. La proposta è passata per 12 voti di scarto. La votazione è avvenuta con il sistema elettronico.
Banchi del governo al gran completo nell’Aula della Camera per la votazione sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. In Aula c’erano praticamente tutti i ministri tranne il presidente del Consiglio: alla poltrona da lui usualmente occupata c’era il ministro Michela Vittoria Brambilla, tra i ministri Umberto Bossi e Franco Frattini. I banchi erano talmente pieni di ministri e sottosegretari che i ministri La Russa e Meloni non hanno trovato posto ed hanno dovuto accomodarsi ai banchi da deputato.
I deputati Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Aurelio Misiti, hanno votato insieme alla maggioranza a favore del conflitto di attribuzione in aula alla Camera.
I tre parlamentari, subito dopo il voto hanno cominciato a parlare tra di loro, sempre più isolati dai colleghi delle opposizioni. “Finalmente – commenta un deputato del centrosinistra – hanno gettato la maschera. Alcune volte infatti non votano, altre votano con l’opposizione e adesso hanno deciso di schierarsi con il centrodestra. Vediamo quanto questa volta tengono ferma la loro posizione…”. Prima che esprimessero il loro voto deputati del Terzo Polo avevano provato a convincerli a schiacciare la lucina verde, così come il resto del centrosinistra, ma loro, imperterriti, prima hanno coperto con la mano la spia luminosa per non far vedere cosa votavano, poi, invece, non hanno più avuto alcuna remora nel far capire la loro reale intenzione.
GHEDINI, VOTO AULA? GIUDICI FARANNO COME VOGLIONO – “Ovviamente se ne discuterà in udienza e poi vedremo..”. Lo afferma Niccolò Ghedini, avvocato del premier Berlusconi, conversando con i cronisti alla Camera e rispondendo a chi gli chiede se il voto di Montecitorio sulla sollevazione del conflitto di attribuzione sul cosiddetto ‘caso’ Ruby avrà ricadute sul processo. A chi gli chiede se a questo punto il processo debba essere sospeso, Ghedini, riferendosi ai giudici di Milano risponde: “Faranno come sempre quello che vogliono”.
FRANCESCHINI, QUOTA ‘330’ BERLUSCONI SE LA SOGNA – Il conflitto di attribuzione è passato nell’aula della Camera per 12 voti di differenza tra il voto di maggioranza (314) contro quello delle opposizioni (302). “I 330 – commenta il capogruppo Pd Dario Franceschini – Berlusconi se li è sognati di notte. Sono arrivati a 314 e quindi i 330 sono un miraggio del premier che come tutti i miraggi si allontana”.
“Oggi abbiamo assistito ad un’altra pagina davvero vergognosa. E’ straordinario come i banchi del governo erano pieni e un ministro degli Esteri che, in piena crisi internazionale, passa le sue giornate a votare in difesa del premier”. Ha sottolineato Franceschini.
BOSSI, 12 VOTI DIFFERENZA? BASTANO – “Bastano”. Questa la risposta del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ai giornalisti che a Montecitorio gli domandavano un commento sullo scarto di soli 12 voti sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby.
CASTAGNETTI,PARLAMENTO RIDOTTO A COLLEGIO DI DIFESA – “State trasformando il Parlamento in un collegio difensivo allargato, questa è la violenza che stata perpetrando verso le istituzioni”. Lo ha detto Pierluigi Castagnetti annunciando alla Camera il voto negativo del Pd sul conflitto di attribuzione sulla vicenda Ruby.
LEONE, GIUDICI MILANO LEDONO PREROGATIVE CAMERA – “Il comportamento dei giudici di Milano lede le prerogative della Camera, che oggi siamo chiamati a difendere con forza”. Lo afferma Antonio Leone, vicepresidente della Camera, intervenendo in aula nel corso delle dichiarazioni di voto sul conflitto di attribuzione per il cosiddetto ‘caso Ruby’. “Da parte del Pdl – prosegue – ci sarà un voto compatto per la sollevazione del conflitto, un voto che non è dato ad un singolo appartenente alle istituzioni ma a salvaguardia delle prerogative della Camera, il nostro quindi è un voto per la Camera dei deputati”. “I magistrati di Milano – sottolinea ancora – hanno disatteso le valutazioni della Camera, che aveva deliberato la restituzione degli atti giudiziari. Se non si condivide il giudizio espresso dal Tribunale dei ministri, che, ricordo, è fatto da magistrati normali, si può sollevare il conflitto alla Consulta”. L’esponente del Pdl ci tiene poi a sottolineare che il dibattito sollevato dall’opposizione dimostra “l’odio che c’é nei confronti del premier”.
PDL RIUNISCE DIRETTIVO, SERRARE RANGHI E MASSIMA PRESENZA – Serrare i ranghi perche’ i prossimi 15 giorni saranno delicatissimi per cui occorre la massima presenza in Aula. Non deve piu’ accadere quello che e’ successo la scorsa settimana. A deciderlo e’ stato il direttivo del gruppo del Pdl che si e’ riunito questa mattina alla Camera per discutere l’organizzazione del gruppo stesso in vista delle votazioni a Montecitorio. La richiesta, spiegano alcuni presenti alla riunione, e’ stata quella di garantire la presenza in Aula dei deputati ad ogni votazione.
PROCESSO BREVE: BERSANI,PD IN AULA PER EVITARE COLPI DI MANO SU ODG – “I deputati sono rimasti a Montecitorio per evitare colpi di mano sull’ordine dei lavori”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, spiega la scarsa presenza alla manifestazione a Piazza del Pantheon dei deputati democratici. “Oggi abbiamo visto – sostiene Bersani – i banchi di governo e maggioranza strapieni, come nelle occasioni più solenni, l’elezione del presidente della Repubblica o il discorso di un Papa. Ma di che si discuteva? Non del secondo anniversario del terremoto de L’Aquila e su come è finito il grande spot pubblicitario, né su Lampedusa, dove, come all’Aquila, Berlusconi ha promesso di comprare una villa e di togliere le tasse, e sospendere i mutui. Non si è parlato di disoccupazione, con un giovane su cinque non occupato, né di redditi o politica energetica. Non si è parlato di tutto ciò ma si è discusso dell’interesse di Berlusconi alla sua giustizia. Da 10 anni mangiamo pane e giustizia ma quello è uno dei settori più immobili per i servizi ai cittadini”.