Una parte della Chiesa, il cosiddetto “partito della Curia” che sarebbe stato fra i sostenitori dell’elezione di Papa Francesco, sarebbe al lavoro per convincere il Pontefice a dimettersi, avendo in mano già il nome del successore. La motivazione avanzata da questa corrente sarebbe quella di “ricucire le spaccature” aperte dal progressismo di Jorge Bergoglio. A lanciare queste indiscrezioni è Antonio Socci su Libero:
Giorni fa una vescova protestante del Nord Europa – con l’intenzione di fargli un complimento – ha dichiarato che Bergoglio le sembra sempre di più un criptoprotestante (“verklappter protestant”). Molti fedeli cattolici hanno proprio il timore che sia vero. Per questo gran parte dei cardinali che lo votarono è fortemente preoccupata e il partito curiale che organizzò la sua elezione e che lo ha affiancato fin qui, senza mai dissociarsi, sta coltivando l’idea (a mio avviso velleitaria) di una “moral suasion” per convincerlo alla pensione. Avrebbero già il nome di colui che dovrebbe rimpiazzarlo per “ricucire” la Chiesa in frantumi.
Fra gli elementi critici citati da Socci ci sarebbe, in breve, l’adesione “all’Agenda Obama: viva l’emigrazione di massa, abbraccio con l’Islam ed ecologismo catastrofista”, ma anche l’appoggio dell’Agenda tedesca che va verso una protestantizzazione della Chiesa Cattolica”.
Mentre i cardinali tedeschi “progressisti” sarebbero la corrente convinta nel proprio appoggio a Francesco, “il ‘partito della Curia’ che ha mal sopportato Benedetto XVI e vuole riprendere il controllo della Chiesa (…) oggi punta a portare al papato l’attuale segretario di stato Pietro Parolin”, scrive Socci. Ammesso che le voci siano fondato lo stesso giornalista trova assai illusoria la possibilità che Francesco ceda a queste pressioni esterne e “rinunci” come il suo predecessore a completare il suo papato.