L’euro ha subito una spinta di 40 punti base dalle indiscrezioni di mercato secondo cui la Banca centrale europea potrebbe imporre una stretta monetaria a partire dal primo trimestre del 2019. Secondo quanto riportato da Reuters, una fonte interna all’istituto di Francoforte dice che la Banca centrale dell’area euro è “in linea di massima a suo agio con il fatto che il mercato preveda i primi rialzi dei tassi di interesse, tuttora fermi allo zero, all’inizio dell’anno prossimo.
“L’unico motivo che potrebbe spingere la Bce a estendere la durata del programma (di stimolo monetario) sarebbe quello di ancorare la curva dei rendimenti, facendo avanzare le aspettative di un incremento del costo del denaro. Ma a questo ci si può arrivare con altri strumenti, come per esempio una forward guidance più precisa o operazioni di rifinanziamento più a lungo termine”.
Sul Forex, la reazione è stata immediata, ma tutto sommato modesta, con il cambio euro dollaro che si è rafforzato a 1,2315 dollari da circa 1,2280. Nel mercato secondario, il rendimento dei Bund ha fatto un bel balzo (vedi grafico a fondo pagina).
Secondo quanto riferito da Reuters, alle fonti risulta che le autorità di politica monetaria stiano incominciando a spostare gradualmente il loro dibattito sulla traiettoria dei rialzi dei tassi, con le colombe del board che iniziano ad accettare “l’inevitabile fine del Quantitative Easing quest’anno”.
Una seconda fonte ha dichiarato di “non aver visto per ora un caso valido per un nuovo prolungamento” del bazooka monetario. Detto questo “dobbiamo gestire con molta cura le aspettative di mercato, in particolare tenuto conto dei rischi sui mercati e sul Forex”.
Il governatore Mario Draghi e i colleghi che non fanno parte del gruppo dei cosiddetti “falchi” sono preoccupati per un aumento troppo repentino delle aspettative su un rialzo dei tassi.
“Qualsiasi decisione prendiamo, i mercati inizieranno a scontare la prossima stretta monetaria e questo potrebbe portare a un incremento deciso nel ritmo (previsto) dei rialzi dei tassi”, dice una terza fonte. “Le aspettative devono pertanto essere ancorate con fermezza” nel momento in cui verrà presa la prima decisione strategica che darà la svolta, cambiando il paradigma monetario della Bce.