Le crescenti minacce e manifestazioni di potenza nucleare della Corea del Nord hanno suscitato una dura reazione anche da parte della Russia, che ha avvertito Pyongyang che continuare su questa strada potrebbe portare a un’invasione del Paese:
“Crediamo che non sia tollerabile fare annunci pubblici contenenti minacce a ‘attacchi nucleari preventivi’ contro i gli avversari”, scrive il ministero degli Esteri russo, tradotto dall’agenzia nazionale Tass, “Pyongyang dovrebbe essere consapevole del fatto che la Corea del Nord avrebbe contro tutta la comunità internazionale e creerebbe terreno legale per l’uso della forza militare contro di essa, nel rispetto del diritto di uno stato all’autodifesa sancito dalla Carta delle Nazioni Unite”.
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un, non ha risparmiato parole molto forti contro le forze occidentali, che, a causa dei test nucleari, hanno varato ulteriori sanzioni su Pyongyang:
“Senza pensarci due volte la Corea del Nord infliggerà attacchi nucleari preventivi sugli Stati Uniti, se gli imperialisti americani minacceranno la sua sovranità e suo diritto di esistere”.
Il gennaio scorso la dittatura socialista ha condotto il suo quarto test nucleare dopo quelli del 2006, 2009 e 2013, rivendicando l’utilizzo di una bomba a idrogeno.
La Russia ha condannato, inoltre, le simulazioni condotte dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti, aventi come bersaglio le strutture nucleari nordcoreane e l’impiego di forze speciali dirette contro la leadership di Pyongyang. Le forze dispiegate in questi war games, della durata di otto settimane, contano 17mila militari americani e 300mila sudcoreani. Si tratta di un impiego di forze superiore di un terzo rispetto alle simulazioni di un anno fa. “Lo sviluppo della situazione nella penisola coreana sta diventando una preoccupazione crescente”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo.