Le sanzioni economiche inflitte dall’Occidente spingono la Russia a un passo dal baratro. Dopo le pesanti revisioni al ribasso effettuate dalle principali agenzie di rating, una nuova pesante bocciatura è arrivata da Fitch che ha declassato il rating della Federazione Russa da ’B’ a ’C’ a causa dell’impatto sull’economia nazionale che stanno avendo le sanzioni approvate a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
La valutazione non ha alcun Outlook, in quanto non viene applicato a rating sovrano “CCC” o inferiori. “Il rating C riflette l’opinione di Fitch secondo cui un default sovrano è imminente“, viene sottolineato in una nota. L’annuncio segue il declassamento a “B”/Rating Watch Negative del 2 marzo, in quanto gli sviluppi degli ultimi giorni hanno ulteriormente minato la volontà della Russia di servire il debito pubblico.
Pesanti gli effetti sul rublo, che scivola ulteriormente nella seduta di riapertura del mercato valutario locale. Il cambio tra dollaro e rublo sale dell’8% portandosi a 113,9 rispetto ai valori di venerdi’. Sulle piattaforme internazionali la moneta russa tratta a 127 per un dollaro e a 140 per un euro.
S&P rivede al ribasso stime Russia: Pil a -9% circa nel 2022
Alla luce del conflitto Russia-Ucraina e della risposta da parte dei governi occidentali, gli analisti di S&P Global hanno rivisto la previsione macro per la Russia. La previsione rivista è che il PIL reale diminuisca del 6,2% quest’anno, con rischi decisamente al ribasso.
Anche supponendo che le sanzioni risparmieranno le esportazioni di materie prime della Russia, S&P si attende che il volume complessivo delle esportazioni diminuisca quest’anno. Flussi di capitale su larga scala hanno portato a un brusco calo del rublo, spingendo la banca centrale ad aumentare i tassi d’interesse al 20% e a introdurre controlli sui capitali.
La ripercussione dell’ampio deprezzamento della valuta sui prezzi interni alimenterà l’inflazione, che S&P prevede sarà in media del 13,5% quest’anno. Gli investimenti sono destinati a diminuire bruscamente a causa di uno shock della fiducia, un significativo irrigidimento delle condizioni di finanziamento e l’incertezza sulla domanda futura. Anche se una risposta fiscale probabilmente compenserà alcune di queste tendenze, il calo complessivo della domanda interna sarà considerevole.