Oltre 12mila militari, 70 aerei, 10 unità navali e 680 fra carri armati e artiglieria. Sono i numeri delle forze della Russia, in campo da ieri nella mega esercitazione “Zapad”. L’esercitazione, che coinvolge anche militari bielorussi, si svolge al confine con l’Europa orientale, ed è la più grande dai tempi della Guerra Fredda.
Le manovre – confermate dal Ministero della difesa russo, Alexander Fomin – preoccupano soprattutto Polonia e Lituania, membri della NATO al confine con l’enclave baltica di Kaliningrad, uno dei luoghi dove si svolgeranno.
Alle esercitazioni partecipano ufficialmente 7mila soldati bielorussi e 5.500 russi, anche se fonti occidentali, contestate dalla Russia, hanno denunciato il coinvolgimento reale di quasi 100 mila unità. In presenza di esercitazioni con uomini superiori ai 13 mila, Mosca sarebbe costretta dai trattati internazionali ad invitare osservatori stranieri, cosa che naturalmente non vuole fare.
A questo proposito, il generale Andrei Kartapolov, capo del distretto militare occidentale russo, ha ribadito che il numero “rispetta pienamente il Documento di Vienna”, il trattato firmato nel 1999 che prevede appunto la presenza di osservatori stranieri qualora gli uomini in campo superino i 13mila. Secondo il ministero della difesa, si tratterebbe di manovre “puramente di natura difensiva e non dirette contro nessuno Stato o gruppo di Stati”.
L’origine del termine Zapad, che in russo significa “occidente”, risale alla Guerra Fredda: allora si trattava di un’esercitazione che l’Armata Rossa teneva ogni 4 anni. È stata ripristinata nel 1999 dalla Federazione Russa su quel modello: ogni 4 anni si alternano il fronte Occidentale, Orientale, Centrale e il Caucaso.