NEW YORK (WSI) – La crisi in Mali e Algeria? Colpa di Francia e Usa che hanno deciso di intervenire in Libia per cacciare il rais Gheddafi. L’accusa arriva direttamente dalla Russia, che punta il dito contro le nazioni occidentali per aver creato la situazione instabile con cui oggi deve fare i conti l’Africa.
Lo riportano Timothy Heritage e Gabriela Baczynska dell’agenzia di stampa Reuters.
“La gente che i francesi e gli africani stanno combattendo in Mali e’ la stessa che i nostri partner occidentali ha armato per mettere fine al regime di Gheddafi”, ha dichiarato durante una conferenza stampa il ministro russo degli Esteri, Sergey Lavrov.
La lotta al dittatore libico ha portato alla “piu’ grande proliferazione di armi da guerra mai vista prima nei conflitti internazionali dell’era moderna”, ha avvertito in un colloquio con il Telegraph il direttore della divisione Emergenze di Human Rights Watch, Peter Bouckaert.
Nel 2007 il principale gruppo ribelle in Libia, il gruppo combattente islamico libico (LIFG) aveva stretto un’alleanza con le forze di ‘al-Qaida nel Mahgreb Islamico’.
I ribelli nomadi tuareg, in conflitto aperto con il governo del Mali prima ancora che la Francia intervenisse, hanno combattuto al fianco di Gheddafi per poi rientrare nell’area settentrionale del Mali, dove insieme ai jidahisti (tra cui il gruppo Al Qaida nel Maghreb Islamico) hanno decretato la regione una nazione indipendente nell’aprile dell’anno scorso, battezzandola Azawad.