Sono bastati quattro giorni di combattimenti in Ucraina per fare collassare il sistema finanziario della Russia. Le ritorsioni economiche prese dalla comunità internazionale nei confronti di Mosca stanno provocando forti tensioni sui mercati valutari, azionari e del credito.
Tra le misure più dure e incisive prese per fermare le mire espansionistiche di Putin c’è anche il blocco delle riserve detenute dalla Banca Centrale Russa al di fuori del paese. Secondo gli ultimi dati disponibili la Banca Centrale Russa dispone di 640 miliardi di dollari di riserve: il 32% sono in euro, il 16% in dollari Usa, il 7% in sterline, il 13% in yuan e il restante 22% in oro. E’ probabile che le riserve in valuta siano sui conti della stessa banca centrale a Londra, New York, Francoforte e Vienna: il blocco ne impedisce l’utilizzo per difendere il rublo sui mercati valutari e fornire liquidità al sistema bancario.
Tra le sanzioni intraprese c’è anche l’estromissione di alcune banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift e il blocco dei conti degli oligarghi russi detenuti presso le banche internazionali.
Crolla il rublo, banca centrale alza i tassi in Russia
Per fermare il pesante crollo del rublo sui mercati valutari, questa mattina la banca centrale russa ha alzato il tasso di interesse dal 9,5% al 20%. Dall’inizio dei combattimenti la divisa di Mosca ha lasciato sul terreno oltre il 45% del proprio valore rispetto al dollaro Usa.
Brutte notizie anche per la Borsa di Mosca che resta chiusa in attesa delle decisioni della Banca centrale russa.
Le tensioni internazionali si sono riflesse sul sistema bancario tanto che una delle principali banche del paese la Sberbank presenta problemi di liquidità.
Sistema bancario russo in crisi
A seguito di queste tensioni, secondo quanto riportano le principali televisioni internazionali in Russia si stanno formate maxi-code ai bancomat in tutto il paese, con i risparmiatori che ritirano valuta estera.
Inoltre l’estromissione di alcune banche russe dal sistema SWIFT (oggi verrà diffusa la lista degli istituti esclusi) rischia di far saltare la Sberbank Europe, banca austriaca che fa capo a Sberbank Russia, di proprietà dello stato russo.
La Bce ha valutato che Sberbank Europe AG e le sue due controllate in Croazia e Slovenia sono in dissesto e rischiano di fallire a causa del deterioramento della loro situazione di liquidità.
L’annuncio della Bce arriva in virtù della probabilità che la banca non sarà in grado di pagare i propri debiti o altre passività alla scadenza. “Sberbank Europe AG e le sue controllate hanno registrato notevoli deflussi di depositi a causa dell’impatto reputazionale delle tensioni geopolitiche. Ciò ha comportato un deterioramento della sua posizione di liquidità. E non ci sono misure disponibili con una possibilità realistica di ripristinare questa posizione a livello di gruppo e in ciascuna delle sue filiali all’interno dell’unione bancaria”, recita in una nota l’istituto centrale europeo.
I problemi della Sberbank stanno provocando il crollo dei titoli bancari su tutti i listini europei, in particolare sul listino di Vienna.