Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato guerra aperta contro le societa’ che hanno conti Offshore all’estero.
Chi investe capitali fuori dai confini russi senza dichiararli viene al pari di un traditore. “Essere un patriota vuol dire per prima cosa servire nel proprio Paese”, ha detto nel discorso alla nazione il leader politico al suo terzo incarico da presidente, citando una famosa frase di Aleksandr Solzhenitsyn.
Il politico accusato dai suoi avversari di corruzione ha anche lanciato una campagna contro la corruzione, oltre che la guerra agli evasori fiscali, nella forma di un disegno di legge che rende obbligatoria la denuncia del valore delle proprietà tenute all’estero, e la provenienza del denaro usato per acquistarle.
E’ inammissibile, ha sintetizzato Putin, che un politico riceva soldi dall’estero e serva gli interessi stranieri.
L’affondo dell’ex KGB contro l’abitudine di aziende, funzionari pubblici e uomini d’affari di mantenere all’estero denaro, beni immobiliari e azioni che penalizza l’economia del paese, giunge in concomitanza con l’appello a sfuggire ingerenze dall’estero pur facendo concessioni su un nuovo sistema democratico.
“La democrazia e’ l’unica scelta della Russia, non ce ne puo’ essere un’altra. Ma la democrazia in Russia deve basarsi su proprie tradizioni invece di realizzare standard importi dall’esterno”, ha spiegato il capo del Cremlino nel suo intervento trasmesso in diretta Tv.
La sua battaglia personale contro gli evasori e’ stata in un termine composto, “de-offshorizzazione”, il cui obiettivo sara’ quello di rilanciare l’economia nazionale riportando le casse statali alla floridita’.
L’intervento di Putin e’ durato 80 minuti nella grande Sala di San Giorgio al Cremlino davanti ai deputati delle due Camere riunite e alle massime autorita’ del Paese.